Governare il futuro

Governare il futuro – Ode al webdesign (quando tutela i diritti dei consumatori).

Quello delle app è, ormai, un mondo sterminato.

Ce ne sono milioni che ci regalano grandi soddisfazioni e semplificano la nostra vita e ce ne sono alcune che minacciano la nostra privacy, il nostro portafogli e la nostra serenità.

Apple ha appena fatto una mossa per aiutarci a difenderci, un po’, dalle seconde.

Fino a ieri – IOS 14 – se un’app disponibile sull’Apple Store ci fregava dei soldi o, comunque, ci truffava segnalare a Apple l’accaduto era un’impresa titanica che richiedeva tanta tanta buona volontà, una capacità non comune di orientarsi in uno dei due negozi di app più grande del mondo e così tanto tempo che, specie se la truffa aveva un basso rilievo economico, i più di noi desistevano prima di riuscire nell’impresa.

Intendiamoci non che segnalare la truffa fosse impossibile o non ci fosse riconosciuto il diritto di farlo ma, semplicemente, farlo era praticamente tanto difficile da scoraggiarci.

Una storia, peraltro, piuttosto diffusa su una serie di piattaforme di servizi online ai quali è tanto semplice iscriversi quando difficile disiscriversi o, meglio, recedere dall’abbonamento che si è concluso.

Vi è mai capitato?

Pulsanti per l’iscrizione enormi e ovunque e, poi, quando si cambia idea e si vuole tornare indietro e interrompere l’abbonamento ricerche spasmodiche degne di Teseo nel labirinto del minotauro per trovare le istruzioni e istruzioni che suggeriscono procedure impossibili, talvolta persino l’invio di un fax con copia di un documento di identità.

Un dato di fatto tanto facile da comprendere nella dinamica commerciale quanto difficile da accettare e validare in una prospettiva giuridica.

Mezzo tap su uno schermo di uno smartphone per prestare il consenso al trattamento dei nostri dati personali e, poi, magari l’esigenza di inviare una mail certificata per revocarlo.

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