La tecnologia finisce sempre più spesso sul banco degli imputati e con la tecnologia i suoi padroni.
Ma, in effetti, l’innovazione produce più opportunità e benefici che il loro opposto e, quindi, qualche volta, val la pena raccontarne anche il volto buono.
Gli uffici di tutto il mondo hanno chiuso i battenti più di un anno fa, molti hanno lavorato da casa durante la crescita della pandemia da COVID-19. Mentre le vaccinazioni progrediscono ad un ritmo costante, molti datori di lavoro e dipendenti sono desiderosi di tornare in ufficio. Come sarà il ritorno al lavoro, come le aziende svilupperanno ora una politica vaccinale?
UK: il caso Lloyd vs Google approda alla Corte Suprema
Secondo il comitato guidato da Richard Lloyd Google avrebbe monitorato il comportamento online degli utenti di iPhone nel Regno Unito tra l’agosto del 2011 e il febbraio 2012. Ignorando le impostazioni sulla privacy degli iPhone, il colosso di Mountain View avrebbe raccolto dati dal browser Safari aggregando dati sulle abitudini di navigazione in rete degli utenti relativi ad etnia, stato di salute e opinioni politiche. Il gruppo ha intentato dunque una class action ricorrendo alla Corte Suprema britannica.
Raccolta di dati nei settori della sanità e dell’istruzione: una prospettiva africana
Molti paesi africani sono ancora alle prese con l’impatto delle iniziative di lockdown causate dal COVID-19.1 L’adattamento ai protocolli sulla salute e la sicurezza in tutta l’Africa ha comportato un aumento significativo dell’enorme volume di dati trattati, in particolare nei settori della sanità e dell’istruzione.
Il riconoscimento facciale rappresenta una delle più controverse applicazioni di intelligenza artificiale attualmente in circolazione per ragioni diverse che vanno dall’oggettiva immaturità tecnologica delle soluzioni in circolazione al rischio che il suo uso diffuso ci espropri, oltre il limite del democraticamente, sostenibile della nostra privacy rendendoci, sostanzialmente, identificabili sempre, ovunque e in qualsiasi contesto da parte di soggetti pubblici o privati.
Bye bye Mata Hari, affascinante e inarrestabile 007 d’altri tempi.
Oggi segreti e informazioni confidenziali degli altri si cercano su Linkedin.
O, almeno, questo è l’allarme lanciato dal MI5, il servizio segreto britannico.
La notizia rimbalza dalla BBC che riferisce di un rapporto dei servizi segreti di Sua Maestà, appunto, secondo i quali, negli ultimi cinque anni almeno dieci mila cittadini inglesi sarebbero stati bersaglio di operazioni di intelligence promosse da Governi stranieri nel tentativo di accaparrarsi segreti di Stato e informazioni confidenziali.
Cosa significano le nuove modifiche alla privacy dell’iPhone di Apple per i consumatori e le aziende?
Apple ha iniziato ad implementare un aggiornamento del suo sistema operativo iOS con nuovi controlli sulla privacy progettati per limitare gli inserzionisti digitali dal monitoraggio degli utenti di iPhone. Per gli oltre 1 miliardo di utenti di iPhone di Apple, la modifica comporterà una nuova notifica pop-up in alcune app che cercano il loro permesso di raccogliere dati che secondo Apple potrebbero essere utilizzati per tenere traccia delle loro abitudini di navigazione su app e siti Web di terze parti.
ENISA: le direzioni di ricerca nella sicurezza informatica
L’Agenzia dell’Unione europea per la cibersicurezza (ENISA) individua le principali direzioni di ricerca e i temi dell’innovazione nella cibersicurezza per sostenere gli sforzi dell’UE verso un’autonomia strategica digitale. La resilienza, la sovranità tecnologica e la leadership sono essenziali per l’UE e, in quanto tali, vengono affrontate dalla nuova strategia. Nel tentativo di sostenere tali obiettivi, l’ENISA pubblica una relazione volta ad esaminare l’autonomia strategica digitale dell’UE e suggerisce i futuri orientamenti di ricerca.
I gruppi in difesa delle libertà civili si oppongono al certificato vaccinale
Una coalizione di 28 gruppi di difesa e libertà civili ha scritto una lettera al Parlamento europeo esortando a riconsiderare il suo programma di certificato verde digitale proposto. Le organizzazioni sono “allarmate per la mancanza di protezione dei dati personali” nell’attuale proposta, osservando come non vi sia “nessuna salvaguardia contro la sorveglianza” e che il programma “dovrebbe fare il massimo per accrescere la protezione dei dati”.
Le nuove regole sulle “certificazioni verdi” come sono non funzionano, almeno sotto il profilo privacy.
Non solo e non tanto perché prevedono che un trattamento massivo di dati personali, per di più di carattere sanitario, abbia inizio senza un’adeguata base giuridica – e, senza aver neppure chiesto un parere al Garante – ma anche e soprattutto perché l’implementazione della soluzione appare incompatibile con il principio di minimizzazione del trattamento prevedendosi, almeno stando a quanto previsto nel decreto legge, che sul pass debba finire un’enorme quantità di dati personali non necessaria ai fini del raggiungimento dello scopo.
Ma niente è perduto e, soprattutto – a differenza di quello che ha scritto qualcuno (pochi per la verità) – la privacy non è di ostacolo alla realizzazione del progetto ma suggerisce semplicemente una strada per realizzarlo senza comprimere oltre il dovuto e il ragionevole un diritto fondamentale.
Ne parliamo nella puntata di oggi di #garantismi, come sempre con Matteo Flora.
Il piano del governo di Hong Kong di limitare l’accesso ai dati personali dei capi azienda
Una proposta del governo volta a limitare l’accesso del pubblico alle informazioni personali degli amministratori delle società ha suscitato preoccupazioni da parte degli attivisti di Hong Kong i quali sostengono che la proposta faccia da schermo per attività illegati e antidemocratiche. I funzionari del Governo di Hong Kong hanno affermato come il provvedimento venga adottato per contrastare i casi di doxxing e le crescenti preoccupazioni per la privacy.
Privacy e il regolamento dell’UE sull’IA: cosa c’è di nuovo e cosa no?
l progetto di regolamento UE sull’intelligenza artificiale (qui disponibile) impone un’ampia gamma di requisiti sia al settore pubblico che a quello privato. Alcuni di questi requisiti si applicano già (in una forma simile) ai sensi del regolamento generale sulla protezione dei dati(GDPR) dell’UE. Ciò pone la domanda: qual è l’impatto del regolamento sul settore della privacy e quali requisiti si applicano già?
La Commissione europea ha presentato mercoledì scorso la sua ricetta per garantire che l’intelligenza artificiale progettata, sviluppata, commercializzata o, semplicemente utilizzata, in Europa produca impatti sostenibili sulla società.
Si tratta di una sfida ambiziosa e del primo esercizio di regolamentazione a tutto tondo di una realtà tanto eterogenea, poliedrica e in rapida evoluzione – come, appunto, l’intelligenza artificiale – da renderne persino difficile proporne una definizione univoca.
Non c’è pace nel rapporto tra Google e gli editori di giornali.
Quello tra loro è un rapporto di amore-odio infinito.
Mentre l’ultimo scontro-confronto sul diritto o non diritto di Google di indicizzare i contenuti degli editori e pubblicare dei brevi estratti di testo senza la loro autorizzazione deve ancora trovare un definitivo componimento – ammesso che sia possibile – attraverso l’attuazione della nuova disciplina europea sul diritto d’autore, una nuova battaglia è alle porte.
ll Wall Street Journal in una bella e articolata inchiesta di qualche giorno fa racconta di una sospetta pratica commerciale che avrebbe per protagonista Amazon e per vittime i suoi partner commerciali che distribuiscono – anche sulla stessa piattaforma – dispositivi destinati a connettersi con Alexa, l’assistente vocale di casa Amazon appunto.