Della cicatrice francese e di altri demoni da tenere lontano dalla portata dei bambini

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L’ultimo allarme lo ha appena lanciato l’Autorità Antitrust italiana aprendo un’istruttoria nei confronti di TikTok nell’ambito della quale contesta alla società di non aver fatto abbastanza per evitare che tra i suoi video spopolassero quelli che invitano i più giovani a farsi l’ormai drammaticamente celebre “cicatrice francese”, diventata, in qualche mese, protagonista di una delle tante challenge che impazzano sui social di tutto il mondo: qui vince chi si crea l’ematoma più visibile, più grave, più simile a una vera cicatrice.

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Per i giudici austriaci il videogioco Fifa è gioco d’azzardo. Vero o falso, salvaguardiamo i più piccoli

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Lo scorso 26 febbraio il tribunale distrettuale di Hermagor ha deciso che alcune delle funzionalità di Fifa, uno dei più popolari videogiochi di calcio di tutti i tempi prodotto dalla EA – Electronic Arts con centinaia di milioni di giocatori in tutto il mondo devono essere considerate a tutti gli effetti gioco d’azzardo con tutte le conseguenze del caso sul piano della legalità dell’attività, della responsabilità di chi la esercita e della loro messa a disposizione a soggetti minorenni.

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Le trappole online per la comunità lgbt+

Internet, nata per essere un mezzo di amplificazione delle libertà, diventa sempre più spesso uno strumento di compressione delle libertà di taluni. È il caso della comunità gay ormai letteralmente perseguitata nella dimensione digitale.

Qualche settimana fa, su queste stesse colonne, ho scritto dell’inchiesta realizzata da Human Rights Watch, efficacemente intitolata, “Tutto questo orrore a causa di una foto?” che racconta, nomi e numeri alla mano, decine di episodi di autentica caccia alle streghe digitali in atto in Medio Oriente e Nord Africa e, in particolare, in Egitto, Iraq, Giordania, Libano e Tunisia in danno dei gruppi LGBT+.

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La gogna social sulle borseggiatrici di Milano è incivile (è illegale)

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La vicenda è ormai nota e ha, forse, tristemente avuto più eco mediatico di quello che avrebbe meritato. La Consigliera comunale milanese Monica Romano ieri, in un post, si è scagliata contro una delle ultime tendenze social dei suoi concittadini: riprendere e pubblicare sui social scene di borseggio metropolitano con in bella vista, ovviamente, il volto delle e dei presunti borseggiatori, per lo più “zingari”.

Apriti cielo.

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I timori di Martin Cooper, l’inventore del telefonino, “per gli effetti sui bambini”

Oggi 94enne, resta entusiasta della sua invenzione, che però ha spalancato anche ai più piccoli la porta a una quantità infinita di contenuti e servizi che non sono adatti a loro e dai quali andrebbero tenuti lontano. Per questo bisogna introdurre sistemi di verifica dell’età.

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Se la tecnologia diventa strumento di persecuzione contro gli LGBT+

Il rapporto di Human Rights Watch, “Tutto questo orrore solo per una foto”, ci illumina  in modo incontrovertibile su decine di episodi di autentica caccia alle streghe digitale in atto in Medio Oriente e Nord Africa e, in particolare, in Egitto, Iraq, Giordania, Libano e Tunisia.

Con una serie di casi balzati sulla cronaca dei giornali nazionali e internazionali, ne “La privacy degli ultimi” scritto per Rubbettino, avevo sottolineato quanto sia di cruciale importanza garantire, anche nella dimensione digitale, la privacy di chi ha orientamenti sessuali diversi. La privacy è infatti spesso l’ultimo baluardo di libertà, l’ultima difesa prima di essere discriminati per come si è.

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Il caso Alberto Ongania e perché, già oggi, non si può e non si deve morire di privacy

Il diritto alla privacy, per settimane, è stato additato come responsabile dapprima dell’impossibilità di procedere a ricerche più efficaci e, quindi, della morte di una persona. Ma quei dati avrebbero potuto e, probabilmente, dovuto essere utilizzati come il Garante ha chiarito sin dal 2008.

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Io non posso entrare. Educhiamoci a educare i bambini a stare sul web

Il fenomeno è quello dei minori di otto, nove o dieci anni che fingono di averne più di tredici per entrare in social network, piattaforme di condivisione di contenuti audiovisivi o di gaming o, ancora, app di messaggistica che sono riservate agli ultratredicenni. È un fenomeno planetario che ha dimensioni enormi.

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