Governare il futuro – Parole d’odio online: ammonire è meglio che vietare?

Non ci sono soluzioni salvifiche per sconfiggere la piaga delle parole d’odio online.

Rappresentano, sfortunatamente, l’altra faccia della libertà di espressione e sono connaturate alla società come il bene e il male appartengono da sempre alla storia dell’umanità.

Ma questa constatazione, naturalmente, non può sollevare nessuno, ciascuno nel proprio ruolo, dal provare a fare il possibile per limitare le derive e gli abusi della libertà di espressione nella dimensione digitale.

In questo contesto è interessante il risultato cui si perviene in uno studio da poco pubblicato dalla Cambridge University Press nel quale, all’esito di una ricerca condotta da tre ricercatori della stessa università, si ipotizza che una – ovviamente tra le tante – possibili soluzioni per limitare il fenomeno sia ammonire gli utenti che sorpassano il confine della civile espressione delle idee e delle opinioni in relazione al rischio che, se lo facessero ancora, potrebbero essere privati più o meno a lungo o, magari, addirittura per sempre dell’accesso alla piattaforma di social network utilizzata per condividere con il mondo il loro pensiero.

L’esperimento è stato condotto su Twitter ma non c’è ragione per pensare che la tesi non sia valida anche in altri contesti digitali.

Quello che i tre ricercatori hanno osservato è che quando a un utente viene fatto notare che ha esagerato magari violando i termini d’uso della piattaforma e che altri utenti che hanno fatto altrettanto sono stati messi alla porta da Twitter, nel dieci-venti per cento dei casi, almeno per una settimana, l’utente si astiene dall’esagerare di nuovo.

Nel corso dello stesso studio, peraltro, è emerso anche che più il messaggio di ammonimento è un messaggio scritto in punta di penna, con rispetto, cordialità e educazione più il destinatario è spinto a modificare il proprio comportamento e a adeguarsi alle regole del social network.

I ricercatori, peraltro, hanno condotto l’esperimento inviando i messaggi di ammonimento attraverso alcuni account creati per l’occasione con un centinaio di follower ciascuno ma ipotizzano che se gli ammonimenti provenissero da account con un maggior seguito e, quindi, considerabili più influenti nella community di riferimento, l’efficacia della soluzione sarebbe maggiore.

E, sempre secondo i ricercatori, gli ammonimenti potrebbero funzionare ancora di più se provenienti direttamente da un account ufficiale di Twitter perché, inesorabilmente, lo scenario di esser messi alla porta, risulterebbe ancora più credibile per i destinatari.

Lo studio ipotizza che questa soluzione sia più efficace rispetto all’esclusione diretta dell’utente che viola le regole di comportamento perché, in quel caso, l’utente sarebbe portato a riprovare a entrare, con analoghi contenuti, attraverso account diversi o, comunque, a proseguire lungo il suo percorso di odio su altri social.

Niente di più di un’ipotesi di studio, naturalmente.

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Privacy Daily – 30 novembre 2021

ICO stabilisce le regole di protezione dei dati per aziende digitali

L’ufficio del Commissario per le informazioni del Regno Unito ha pubblicato un parere del Commissario che delinea nuovi standard di protezione dei dati per le aziende che sviluppano e utilizzano tecnologie pubblicitarie. “Sto cercando soluzioni che eliminino pratiche invadenti di tracciamento e profilazione online e offrano alle persone una scelta significativa sull’uso dei propri dati personali”, ha affermato il Commissario per le informazioni Elizabeth Denham.

https://iapp.org/news/a/ico-lays-out-data-protection-rules-for-adtech/


Il governo tedesco sostiene il divieto di utilizzo dell’IA in pubblico

Il governo tedesco entrante ha firmato un accordo di coalizione a sostegno del divieto di utilizzo del riconoscimento facciale negli spazi pubblici, riferisce Politico.

https://www.politico.eu/article/german-coalition-backs-ban-on-facial-recognition-in-public-places/


Il presidente degli Emirati Arabi Uniti firma la legge sulla protezione dei dati personali

Gulf News riporta che il presidente degli Emirati Arabi Uniti, lo sceicco Khalifa bin Zayed Al Nahyan, ha approvato ampie riforme del sistema legale del paese, incluso il passaggio della legge sulla protezione dei dati personali. La legislazione include i diritti degli interessati, i controlli e gli obblighi per le attività di trattamento dei dati e disposizioni rigorose sul consenso dell’utente. 

https://gulfnews-com.cdn.ampproject.org/c/s/gulfnews.com/amp/uae/government/president-approves-largest-legislative-reforms-in-uaes-history-1.84000340

#cosedagarante: L’agenda della settimana 29 novembre – 5 dicembre

Inizia una nuova settimana.

Gli ingredienti perché sia intensa e effervescente come le precedenti ci sono tutti.

E’ da qualche minuto online una nuova puntata di #garantismi nella quale, questa volta, parliamo di app per spiare i partner, un fenomeno che secondo una ricerca recente presenta numeri allarmanti.

Ma questa potrebbe, soprattutto, essere la settimana nella quale il Parlamento approverà, definitivamente, la legge di conversione del Decreto Legge 139/2021, la riforma più significativa della disciplina nazionale sulla privacy dal 2018.

Le nuove regole imporranno un ripensamento importante della nostra attività per fare in modo – come vogliamo e dobbiamo – che tutto proceda all’insegna della semplificazione ma non della diminuzione del livello di protezione dei dati personali dei cittadini specie davanti ai soggetti pubblici.

Quella appena iniziata, però, è anche settimana di adunanza plenaria e, quindi, da qualche ora gli sforzi sono tutti concentrati sullo studio delle tante questioni da discutere e decidere giovedì.

Ma è anche una settimana frizzante sotto il profilo degli eventi pubblici, mai come in questo caso rivolti incisivamente al futuro.

Si comincia domani, martedì, dalle ore 16.30, con il webinar “Il ruolo delle tecnologie sicure nella nuova filiera sanitaria”, organizzato da IMQ Associazione a cui è possibile partecipare iscrivendosi qui.

Mercoledì 1 dicembre dalle ore 10.00 interverrò invece al seminario “Nuovi alfabeti per combattere le disuguaglianze. Educare alla cittadinanza digitale per trasformare la società”. Sarà possibile seguire l’evento, sul canale Youtube di Generazioni Connesse e sui canali social del Ministero e di Save the Children. Per il programma clicca qui.

Il 2 parteciperò al mattino a un bel panel sulla privacy nell’universo del 5G di cui trovate le info qui , il pomeriggio al seminario promosso da La Sapienza, “The European Path of Artificial Intelligence” che trovate qui. Il 3 sarò invece a Milano, nel Palazzo della Borsa, a parlare di privacy e fintech con i colleghi di Consob e Banca d’Italia.

Nei ritagli di tempo, se ci saranno, da queste parti, poi, si lavorerà al lancio di un nuovo libro del quale non potrò parlarvi fino al 13 dicembre ma posso anticiparvi che riguarda la privacy e i più giovani e alla realizzazione di un po’ di contenuti con i quali salutare il 2021 e dare il benvenuto al 2022.

Sempre #cosedagaranti!

Buona settimana e, come di consueto, non esitate a scrivere per ogni dubbio o domanda.

Privacy Daily – 29 novembre 2021

Il Primo Ministro australiano propone leggi sulla diffamazione che obbligano le piattaforme social a smascherare i troll

Il primo ministro australiano Scott Morrison sta introducendo nuove leggi sulla diffamazione che costringerebbero le piattaforme online a rivelare l’identità dei troll, oppure a pagare il prezzo della diffamazione. Come spiega ABC News Australia , le leggi riterrebbero le piattaforme social, come Facebook o Twitter, responsabili dei commenti diffamatori fatti contro gli utenti.

https://www.theverge.com/2021/11/28/22806369/australia-proposes-defamation-laws-unmask-trolls


Le pratiche della piattaforma Vinted controllate dalle autorità europee per la protezione dei dati

A seguito della ricezione di un numero significativo di reclami sul sito di vendita di abbigliamento online vinted.com, gestito dalla società lituana Vinted UAB, le autorità per la protezione dei dati in Francia, Lituania e Polonia hanno deciso di collaborare per monitorare la conformità del sito al GDPR.

https://www.cnil.fr/fr/les-pratiques-de-la-plateforme-vinted-controlees-par-des-autorites-de-protection-des-donnees


Instagram chiede ai sospetti bot di verificare se stessi con video selfie

Secondo gli screenshot pubblicati su Twitter dal consulente di social media Matt Navarra, Instagram chiede ad alcuni utenti di fornire un video selfie che mostri più angolazioni del proprio viso per verificare che siano una persona reale.

https://www.theverge.com/2021/11/16/22785931/instagram-video-selfie-identity-confirmation-bots-accounts

Governare il futuro – Pornografia non consensuale, è l’ora della tolleranza zero

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Si è celebrata il 25 novembre la giornata mondiale contro la violenza sulle donne.

I dati del fenomeno, nel nostro Paese, registrati dall’ISTAT, rappresentano, purtroppo, un fenomeno in costante aumento, un fenomeno a proposito del quale, a ragione, la Ministra della Giustizia Marta Cartabia ha parlato di “vergogna della nostra civiltà”.

Ma c’è una vergogna nella vergogna che si chiama pornografia non consensuale online.

Foto e video – indistintamente di donne e uomini – che finiscono online e diventano di dominio pubblico contro la volontà dei protagonisti devastando la loro vita e, spesso, quella dei loro familiari, bambini inclusi che rischiano, divenuti adolescenti, di imbattersi, in video e fotografie, a contenuto pornografico, dei quali sono protagonisti il padre o la madre.

Per l’ISTAT, nell’ultimo anno – certamente anche complice la pandemia che ha costretto milioni di persone giovani e adulte a vivere nella dimensione digitale anche la sessualità – il fenomeno è cresciuto del 45%.

Ma sono i numeri appena pubblicati da Permesso Negato, un’associazione non profit specializzata nel contrasto al fenomeno, nel suo “State of revenge 2021” quelli che, forse, raccontano meglio i tratti caratteristici della tragedia della dignità, della libertà, del rispetto umano che si sta consumando sotto i nostri occhi.

E tra i tanti numeri ce ne sono alcuni più significativi degli altri.

Ci sono, oggi, solo su Telegram, 190 canali attivi nella condivisione di contenuti di pornografia non consensuale frequentati da nove milioni di utenti non unici e da quasi quattrocentomila utenti unici.

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Governare il futuro – Il brand simbolo del sapone eco lascia i social per protesta

Si chiama Lush, tra gli adolescenti è un cult per le saponette dalle forme più disparate e per le bombe, di sapone si intende, super colorate.

Ora ha annunciato di voler lasciare i social per protesta.

Il 26 novembre, il black Friday, proprio il giorno nel quale la più parte dei brand più cool del momento, in tutto il mondo, si riverseranno sui social con le loro offerte imperdibili, Lush farà un passo indietro e chiuderà le sue pagine e i suoi profili su Facebook, Tik Tok, Instagram e Snapchat.

Non una scelta di poco conto per un gigante con novecento negozi in giro per il mondo e un discreto seguito proprio sui social.

Ma quella del brand del sapone è una decisione di protesta.

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Privacy Daily – 26 novembre 2021

Google Chrome aggiunge un’importante funzione di privacy dei dati con l’aggiornamento beta

Con la versione beta, Google Chrome ha riconfigurato le impostazioni privacy e sicurezza relative ai dati che un sito può memorizzare, consentendo così agli utenti di eliminare tutti i dati archiviati da un singolo sito.

https://timesofindia.indiatimes.com/gadgets-news/google-chrome-adds-important-data-privacy-feature-with-beta-update/articleshow/87815447.cms


La violazione della sicurezza di GoDaddy colpisce più di 1 milione di utenti di WordPress

Secondo quanto riferisce TechRepublic, una violazione della sicurezza ha esposto indirizzi e-mail e numeri di clienti di oltre 1,2 milioni di utenti WordPress della società di hosting web GoDaddy.

https://www.techrepublic.com/article/godaddy-security-breach-impacts-more-than-1-million-wordpress-users/


Protezione dei dati e regolamento antiriciclaggio dell’UE

Nel 2015, la quarta direttiva antiriciclaggio dell’Unione Europea ha richiesto agli istituti finanziari di applicare garanzie di protezione dei dati ai loro programmi. In un articolo di Iapp alcuni approfondimenti al riguardo.

https://iapp.org/news/a/data-protection-and-the-eus-anti-money-laundering-regulation/

Privacy Daily -25 novembre 2021

L’UNESCO approva le raccomandazioni etiche dell’IA

Secondo quanto riporta Politico tutti i 193 membri dell’Organizzazione per l’educazione, la scienza e la cultura delle Nazioni Unite hanno firmato una bozza di raccomandazioni per un’etica appropriata dell’intelligenza artificiale. 

https://www.politico.eu/article/china-artificial-intelligence-ai-ban-social-scoring-united-nations-unesco-ethical-ai/


Apple intenta una causa contro il gruppo NSO per la sorveglianza di “Pegasus”

Apple ha intentato una causa contro il gruppo NSO accusando la società tecnologica israeliana di sorvegliare e prendere di mira i suoi utenti attraverso il suo software “Pegasus”. 

https://www.apple.com/newsroom/2021/11/apple-sues-nso-group-to-curb-the-abuse-of-state-sponsored-spyware/


EDPB invia lettere relative a trasferimenti ONU, certificazione ENISA cloud security

Durante la sessione plenaria di novembre, l’EDPB ha adottato una lettera in risposta alle Nazioni Unite sui trasferimenti alle organizzazioni internazionali. Nella lettera, l’EDPB accoglie con favore la continua partecipazione dell’ONU alla Task Force sui trasferimenti alle organizzazioni internazionali istituita dal Garante europeo della protezione dei dati.

https://edpb.europa.eu/news/news/2021/edpb-adopts-letters-un-enisa_en

Privacy Daily – 24 novembre 2021

La società di software per l’istruzione SmarterSelect ha esposto i dati di 1,2 milioni di studenti

I dati personali di 1,2 milioni di studenti sono stati esposti tramite un bucket Google Cloud Storage configurato in modo errato appartenente alla società di software per l’istruzione SmarterSelect con sede negli Stati Uniti, secondo TechCrunch.

https://techcrunch.com/2021/11/22/smarterselect-exposed-millions-student-data/


Bill 64 del Quebec: il primo di molti progetti di legge sulla modernizzazione della privacy in Canada?

La privacy in Quebec sta per subire un importante restyling, che potrebbe portare a riforme più ampie in tutto il Canada, ripota Iapp. A settembre, i legislatori hanno approvato il Bill 64 , che mira a modernizzare aspetti cruciali delle varie leggi che regolano la privacy delle persone in Quebec, modificando le disposizioni che riguardano il consenso, i responsabili della protezione dei dati, l’avviso, i diritti degli individui e altro ancora.

https://iapp.org/news/a/quebecs-bill-64-the-first-of-many-privacy-modernization-bills-in-canada/


CISA e FBI sollecitano la vigilanza contro ransomware, minacce informatiche durante le vacanze

La Cybersecurity and Infrastructure Security Agency e il Federal Bureau of Investigation hanno esortato i cittadini e le organizzazioni a “rimanere vigili e prendere le dovute precauzioni” contro ransomware e altri attacchi informatici durante le festività natalizie.

https://www.cisa.gov/news/2021/11/22/cisa-and-fbi-urge-organizations-remain-vigilant-ransomware-and-cyber-threats