Governare il futuro

Governare il futuro – I fact-checker a YouTube, fare di più contro la disinformazione

Più di 80 organizzazioni di fact checking operanti in tutto il mondo scrivono all’amministratrice delegata di YouTube per chiedere che la piattaforma affronti con maggiore determinazione la piaga della disinformazione. “Sono passati quasi due anni dall’inizio della pandemia di Covid-19. Il mondo ha visto più e più volte quanto la disinformazione possa essere distruttiva per l’armonia sociale, la democrazia e la salute pubblica; troppe vite e mezzi di sussistenza sono stati rovinati e troppe persone hanno perso i propri cari a causa della disinformazione. In qualità di rete internazionale di organizzazioni di fact checking, monitoriamo come si diffondono le bugie online e ogni giorno vediamo che YouTube è uno dei principali canali di disinformazione online in tutto il mondo. Questa è una preoccupazione significativa nella nostra comunità globale di fact checking.

Quello che non vediamo è il grande sforzo da parte di YouTube per implementare politiche che affrontino il problema. Al contrario, YouTube sta permettendo alla sua piattaforma di essere armata da attori senza scrupoli per manipolare e sfruttare gli altri, e per organizzarsi e raccogliere fondi. Le misure attuali si stanno rivelando insufficienti. Questo è il motivo per cui vi esortiamo a intraprendere un’azione efficace contro la disinformazione e ad elaborare un piano di policies e interventi sui prodotti per migliorare l’ecosistema dell’informazione, e a farlo con le organizzazioni mondiali di fact checking indipendenti e imparziali.”

Inizia così la lettera trasmessa alla CEO della piattaforma, una lettera che è un durissimo j’accuse che si conclude con un appello a collaborare per risolvere un problema che viene considerato globale ma più grave in relazione ai contenuti non in lingua inglese in relazione ai quali, evidentemente, le soluzioni e gli strumenti messi in campo da YouTube per la gestione del problema sono meno efficaci.

Tanti gli esempi che i fact checkers rimproverano a YouTube.

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