Le iniziative delle altre Autorità

Le iniziative delle altre Autorità

Consultazione pubblica sui dati biometrici in Nuova Zelanda

Il Privacy Commissioner neozelandese sta valutando l’adozione un codice di condotta per regolamentare la biometria.

L’uso di tecnologie biometriche, come il riconoscimento facciale o delle impronte digitali, è una questione di interesse per le autorità garanti della privacy di tutto il mondo e la Nuova Zelanda non intende essere da meno.

Così, il Privacy Commissioner ha pubblicato un position paper intitolato “Privacy regulation of biometrics in Aotearoa New Zealand”. Questo documento è stato posto in consultazione pubblica –nell’ambito di una revisione della normativa esistente – per verificare se fosse necessario intraprendere ulteriori azioni per proteggere la privacy.

All’esito della consultazione agli uffici del Privacy Commissioner sono pervenuti all’incirca 100 contributi. Grazie a questi e all’analisi di ulteriori elementi di riflessioni provenienti dalla Nuova Zelanda e dall’estero, l’Autorità ha accumulato abbastanza materiale per valutare la possibile adozione del codice di condotta per la biometria nel 2023.

“Siamo molto soddisfatti del modo in cui i cittadini hanno partecipato alla nostra consultazione iniziale. Questo dimostra che c’è un alto livello di interesse”, ha dichiarato il Commissioner Michael Webster.

Molti tra coloro che hanno preso parte alla consultazione hanno concordato con le considerazioni del Privacy Commissioner in merito alla biometria. In particolare, vi sono diversi interrogativi rispetto al rischio di conseguenze discriminatorie. Ad esempio, forti preoccupazioni sono state espresse specialmente per quanto riguarda i Māori, che potrebbero subire un potenziale impatto discriminatorio dell’impiego delle tecnologie biometriche.

Le informazioni biometriche sono particolarmente sensibili, in quanto uniche per l’individuo e difficilmente modificabili, per cui necessitano di un alto livello di protezione. Proprio in virtù di questo presupposto, si sta affermando un orientamento rivolto ad un ulteriore intervento regolatorio per garantire una maggiore certezza del diritto. Al netto, quindi, delle opinioni contrastanti in materia, quello che è emerso è stata la necessità di fare qualcosa di più rispetto all’attuale quadro normativo.

“L’uso della biometria sta crescendo e si sta diversificando. Vogliamo garantire che i neozelandesi e le imprese neozelandesi possano sfruttare i vantaggi di questa tecnologia, ma anche essere protetti da potenziali danni”, ha detto sempre Michael Webster, annunciando che il successivo passaggio sarà una serie di impegni mirati con le agenzie e i soggetti interessati a questo settore, per capire cosa potrebbe contenere un codice. Infatti, il Privacy Commissioner intende ampliare il più possibile il dibattito, in vista dell’eventuale adozione del codice.  

Qui il testo integrale del position paper predisposto dai colleghi neozelandesi.