“Il GDPR in ambito assicurativo” (Giuffrè Editore) di Rudi Floreani e Stefano Petrussi

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“Il GDPR in ambito assicurativo” di Rudi Floreani e Stefano Petrussi, primo volume, (Giuffrè editore) ha l’obiettivo di approfondire con approccio pragmatico le modalità di applicazione della disciplina in materia di protezione dei dati personal nel settore assicurativo e della distribuzione assicurativa. L’opera di Floreani e Petrussi nasce dall’avvertita esigenza di offrire agli attori del comparto assicurativo un quadro esaustivo al fine di “mettere mano” alle misure tecnico-organizzative di sicurezza volte alla corretta applicazione delle disposizioni europee e di essere accountable, in linea con GDPR. L’adeguata sicurezza e l’utilizzo corretto dei dati personali conferiti dagli interessati (assicurati) – affermano gli Autori nell’introduzione – diventerà ineludibile alla luce della nuova “rivoluzione copernicana” avviata dalla strategia digitale dell’Unione Europea che valorizzerà sempre più lo sviluppo della “Data economy” (si pensi al Digital Service Act, al Digital Market Act, al Digital Governance Act, al Data Act alla nuova regolamentazione sull’AI e al Regolamento e-privacy)  e che dovrà essere “letta” e applicata coerentemente con il quadro di protezione dei dati. Deve inoltre considerarsi come la riforma dell’intermediazione assicurativa, con le sue esigenze di compliance, abbia modificato in modo profondo l’operatività del mercato assicurativo, come, ad esempio, alla stratificazione delle norme europee in materia di collocamento del prodotto assicurativo. In un quadro così complesso, gli attori del mercato assicurativo dovranno tutelare con sempre maggiore attenzione e i dati personali dei clienti. ll volume si divide in tre parti: nella prima, viene ripercorsa l’evoluzione del concetto di privacy e di protezione dei dati personali, nella seconda vengono analizzati i termini di applicazione dei precetti in materia di data protection e delle peculiarità del settore assicurativo con attenzione alla qualificazione che può rivestite l’intermediario assicurativo nel contesto del GDPR e alle figure coinvolte nel trattamento dei dati. Nella terza ed ultima parte vi è una panoramica sui contenuti degli adempimenti in materia di protezione dei dati e di cybersecurity che devono essere messi a punto dal distributore assicurativo in conformità con il principio di “accountability”, nonché utili istruzioni operative da calare in concreto nella propria realtà organizzativa. Un’appendice giurisprudenziale vuole contribuire a comporre una visione d’insieme dei recenti orientamenti adottati dal Comitato Europeo per la protezione dei dati nonché delle indicazioni del Garante e dell’IVASS. ll secondo volume (in uscita nei prossimi mesi) sarà dedicato all’analisi di ulteriori tematiche che contraddistinguono il mondo assicurativo, particolare attenzione verrà prestata all’illustrazione della figura del Dpo (Data protection officer”) nelle imprese di assicurazione e degli adempimenti di compliance in materia di data governance e di cybersicurezza per le assicurazioni. 

“Diritto della privacy e protezione dei dati personali. Il GDPR alla prova della data driven economy” di Alessandro Alongi e Fabio Pompei (ED Tab Edizioni)

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“Diritto della privacy e protezione dei dati personali. Il GDPR alla prova della data driven economy.” (Tab Edizioni) di Alessandro Alongi e Fabio Pompei, oltre a costituire un “manuale” pratico in tema di diritto alla protezione dei dati personali, grazie alla dovizia di particolari normativi e giurisprudenziali, fornisce una visione completa sulle molte criticità che cittadini, utenti, legislatori e componenti delle autorità di regolazione, incontrano quotidianamente, immersi nell’ambiente digitale, come sottolinea nella prefazione al volume, il Commissario dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Antonello Giacomelli.  Gli Autori evidenziano come Regolamento (UE) 2016/679, meglio conosciuto come GDPR, abbia costituito e costituisca un punto di riferimento essenziale per il rafforzamento dei diritti fondamentali degli individui nell’era dell’innovazione in un quadro complessivo di semplificazione delle regole per le imprese e di accresciute tutele per i cittadini nel mercato unico digitale. Nell’ambito della protezione dei dati personali, va riconosciuto come l’ordinamento UE sia tra i più avanzati nella definizione di un contesto normativo di tutela della privacy e nel bilanciamento dei diritti riconosciuti all’individuo. Gli Autori delineano inoltre il contesto di cambiamenti di sistema che interrogano profondamente la società. Emerge con sempre maggiore evidenza il contrasto tra la velocità del cambiamento alla luce della rapida evoluzione tecnologica e la lentezza ad adeguarsi alla nuova realtà. Le nuove sfide tecnologiche che si vanno affermando con forza: intelligenza artificiale, algoritmi, bioprivacy, sistemi di riconoscimento facciale, fake news  e tecnologie pervasive come quelle dei deepfake e deepnude, sfidano gli strumenti giuridici esistenti di data governance e creano nuove criticità. Il volume contiene una nutrita raccolta giurisprudenziale sui principali casi europei in tema di protezione dei dati personali assieme a diversi case study desunti dalla quotidianità (uno per tutti le molteplici implicazioni in tema di privacy nella gestione dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19), che fanno ben comprendere il difficile contemperamento dei diritti nella società digitale. Alessandro Alongi è docente di Search Engine Optimization nel Corso di laurea in Comunicazione e Multimedialità dell’Università Mercatorum, mentre Fabio Pompei è ingegnere informatico, dottore di ricerca (Ph.D.) in Ingegneria elettronica e giornalista, attualmente è manager in una azienda di telecomunicazioni.

“I poteri privati nell’era digitale. Libertà costituzionali, regolazione del mercato, tutela dei diritti”, di Elia Cremona (Edizioni scientifiche italiane)

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“I poteri privati nell’era digitale. Libertà costituzionali, regolazione del mercato, tutela dei diritti” di Elia Cremona (Edizioni scientifiche italiane) indaga in maniera originale il fenomeno del potere privato delle grandi piattaforme digitali assumendo come punto di vista quello del diritto costituzionale. Il volume di Cremona consta di tre parti. La prima analizzata con grande ampiezza il potere privato delle grandi piattaforme digitali delineando quella nuova forma di potere di fatto che, nell’era digitale, è capace di condizionare i diritti e le libertà e la sovranità stessa degli Stati. I vari termini e condizioni d’uso dei servizi, di vendita dei prodotti, hanno una capacità ordinamentale pari, se non superiore, a quelle delle tradizionali norme che promanano da soggetti pubblici: nessun utente è davvero in grado di “negoziare” tali clausole contrattuali, ma deve accettarle, pena la rinuncia del servizio. Nella seconda parte si da’ conto dell’enorme sforzo regolatorio compiuto dall’Unione Europea tramite l’adozione di un considerevole novero di atti orientati a disciplinare il Digital Single Market. Ampia è anche la documentazione che riguarda decisioni giudiziarie e provvedimenti delle Autorità di regolazione. La terza parte del volume è sostanzialmente de iure condendo, con uno sguardo d’insieme, nel quale la congenita tensione tra l’esigenza di tutelare i diritti e quella di “lubrificare” il funzionamento del mercato sembra risolversi spesso in favore della seconda al punto di potersi parlare di una costituzionalizzazione “debole” del diritto privato europeo dell’era digitale, avvenuta più sul piano formale, delle fonti di produzione giuridica, che sul piano sostanziale, della tutela dei diritti fondamentali. Nelle conclusioni, l’autore evidenzia come l’attuale risposta ordinamentale pubblica all’erompere dei poteri privati nell’ambiente digitale appaia oggi farragionsa e occorra ormai avviarsi un vero cambiamento di paradigma. A tal proposito, nel capitolo VI, Cremona suggerisce una coregolazione pubblico-privata di tipo circolare, aperta da un soggetto pubblico che fissi principi generali e chiusa da un sistema di enforcement pubblicistico che veda protagoniste le autorità amministrative indipendenti. L’autore, infatti, propende per l’idea che potere e responsabilità debbano essere saldati e che, in un certo modo, non c’è potere senza responsabilità. Richiamando Paul Ricoeur e Lévians “il richiamo, l’ingiunzione, anche la fiducia che derivano dal fragile fanno sì che sia sempre un altro a dichiararci responsabili: o meglio a renderci responsabili o, come dice Lévinas, a chiamarci alla responsabilità. Un altro, contando su di me, mi rende responsabile dei miei atti”.

“Io che non amo solo te. I nuovi confini dell’infedeltà” di Selina Zipponi (Edizioni Il Saggiatore)

“Io che non amo solo te” è un’esplorazione dell’infedeltà nella società contemporanea. Una bussola per districarsi nelle zone grigie delle relazioni sentimentali e comprendere le conseguenze, anche legali, delle nostre azioni. Selina Zipponi, avvocato esperto di privacy e diritto dei dati, nel suo “Io che non amo solo te. I nuovi confini dell’infedeltà” Edizioni Il Saggiatore, traccia un’analisi acuta ed originale dell’infedeltà e del tradimento, quelli di ieri e quelli di oggi tra siti di incontri, sexting, atti osceni in luogo pubblico, fino alle violazioni della privacy, allo stalking al revenge porn. Un modo decisamente pop di raccontare come il diritto entra nei fatti di cuore, di relazione e di sesso. Un libro leggibile, verrebbe da dire straordinariamente godibile che suggerisce quanto il diritto sia lontano dal grigio nel quale normalmente lo si relega e sia capace – e, anzi, destinato – a tingersi di rosso e di ogni altro colore che caratterizza la nostra esistenza terrena nella dimensione fisica come in quella digitale. Cosa significa tradire, inizia con il chiedersi l’Autrice? “Nella mitologia – sottolinea Zipponi – era sempre associato a un’unione fisica, carnale. I suoi confini erano nettamente definiti. Non c’era l’idea oggi diffusa dell’infedeltà come mancanza morale, come vicinanza psichica a un altro soggetto, come forte relazione di affetto che lede la dignità del coniuge. Era un fatto di corpi, di amplessi, di rapporti consumati carnalmente. Oggi, invece, i confini della fedeltà e dell’infedeltà sono molto più elastici, confusi, anche a causa della crescente lontananza fisica (vicinanza digitale) tra le persone”. Per noi, oggi, tradire non richiede un corpo. E’ qualcosa che può accadere al di là della carne. Un pensiero e una riflessione che trascendono il soggetto del libro e sono applicabili a tutte le condotte immateriali caratteristiche della dimensione digitale a cominciare da quelle di violazione della privacy: immateriali sì, ma non per questo meno gravi, meno violente, meno lesive dei diritti e soprattutto della dignità delle persone. Un tradimento è un tradimento, fa male, rompe un patto di fedeltà, lede un’intesa, un rapporto di fiducia a prescindere dalla sua forma e, come ci ricorda l’autrice, è rilevante, anche nella dimensione giuridica, anche quando manca di fisicità. Nel mondo del diritto, il concetto di fedeltà – ricorda l’Autrice – muta a seconda che la prospettiva sia quella del diritto canonico o del diritto civile. Per il primo, la fedeltà è uno dei beni del matrimonio attraverso cui “il nubende fa alla controparte il dono esclusivo del suo corpo”. Per il secondo, invece, il concetto è più ampio e corrisponde ad un “impegno globale di devozione che presuppone una comunione spirituale tra i coniugi, volto a garantire e consolidare l’armonia interna tra essi”. Non solo. A cambiare sono anche le dinamiche del tradimento – sottolinea ancora Selina Zipponi. Dinamiche oggi sempre più digitali e le domande che sorgono da tali mutamento sono: Il tradimento digitale , caratterizzato dalla sola comunicazione online, può essere qualificato come violazione del dovere di fedeltà? Sì secondo la Corte di Cassazione, secondo la quale chi flirta sui social network può subire una domanda di separazione giudiziale con addebito esattamente come per l’adulterio reale. Per la Cassazione, cercare relazioni extraconiugali su internet costituisce una violazione dell’obbligo di fedeltà, una circostanza capace di compromettere la fiducia tra i coniugi, sfociando nella crisi matrimoniale. L’equiparazione tra il reale ed il digitale – continua nel suo ragionamento l’Autrice – potrebbe apparire sproporzionata, ma è fondamentale per la tutela degli individui. E naturalmente ha ragione, come proviamo a ricordare ogni giorno confrontandoci con centinaia di casi nei quali, il corpo non c’entra, la fisicità resta lontano, ma la semplice circolazione non autorizzata di dati, informazioni, talvolta immagini e video sono capaci letteralmente di distruggere la vita di una persona. “Io che non amo solo te” è uno strumento prezioso per muoverci all’interno di vecchie e nuove realtà con maggiore responsabilità e consapevolezza: capire quando è bene fermarci prima di travolgere la nostra vita e quella di chi ci sta intorno. Ma è anche una lettura piacevole, una compagna di viaggio per un week end sotto l’ombrellone nel quale se c’è una certezza e che non vi verrà neppure lontanamente voglia di tradire!

“Diritto comparato della privacy e della protezione dei dati personali” (Ledizioni) di Paolo Guarda e Giorgia Bincoletto

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“Diritto comparato della privacy e della protezione dei dati personali” (Ledizioni) è il volume scritto da Paolo Guarda e Giorgia Bincoletto, rispettivamente professore associato di Diritto privato all’Università di Trento, Facoltà di Giurisprudenza e assegnista di ricerca in Diritto Privato Comparato all’Università di Trento. Il libro esplora la disciplina in materia di privacy e protezione dei dati personali, utilizzando un approccio olistico nel quale l’interdisciplinarietà è il valore aggiunto e la chiave di lettura per decifrare la portata e i connotati dei fenomeni in atto che, spinti dall’incessante innovazione tecnologica, ridisegnano in rapida sequenza gli scenari della società e del diritto. Per realizzare questi obiettivi – sottolineano gli Autori – la comparazione rappresenta lo strumento metodologico principe. A tal fine, con completezza e rigore scientifico, gli autori non si limitano solo a ripercorrere ed analizzare le regole dell’ordinamento giuridico nazionale e dell’Unione Europea che svolge un ruolo chiave in materia di protezione dei dati, ma anche i sistemi giuridici del Canada, degli Stati Uniti, del Regno Unito poiché – chiariscono ancora Guarda e Bincoletto – la dimensione di protezione a livello nazionale è alimentata dalle regole derivanti dal livello sovrannazionale e dalla circolazione dei modelli in un contesto internazionale. Gli autori però evidenziano anche il contributo derivante da altri saperi, da saperi non giuridici, che diventano rilevanti per una più esatta comprensione del mondo giuridico stesso. Il volume è diviso in due parti, una prima parte dedicata alla disciplina tradizionale in materia di riservatezza e di protezione dei dati personali in cui vengono forniti gli elementi più generali della disciplina e la ratio sottostante l’istituto di volta in volta analizzato (ad esempio i capitoli su: Data protection by design e by default, il trasferimento internazionale dei dati personali, il diritto all’oblio, la privacy nel contesto lavorativo, le Autorità garanti per la protezione dei dati personali, il danno da lesione alla privacy e alla protezione dei dati), mentre nella seconda parte vengono affrontate tematiche specifiche come la questione della anonimizzazione, la pseudonimizzazione dei dati, il fenomeno dei Big Data che determina e condiziona i contesti applicativi quali quello dell’intelligenza artificiale e dell’internet delle cose. Di grande rilievo il capitolo dedicato alla sanità digitale e al tema della ricerca scientifica con attenzione alla ricerca medica, biomedica ed epidemiologica. E, da ultimo, un ampio approfondimento su blockchain e forme di sorveglianza e controllo. In virtù del metodo casistico – problematico, che richiede di inserire casi giurisprudenziali veri o immaginari per sviluppare l’attitudine argomentativa nella formulazione e nella risoluzione di problemi giuridici, il libro è arricchito dalla proposta di una serie di esempi che lasciano al lettore il compito di studiare e individuare le possibili soluzioni.

“Artificial intelligence, robots and torts: challenges and perspectives” di Pier Giorgio Chiara (Aracne)

Le tecnologie digitali emergenti, come l’intelligenza artificiale, la robotica avanzata e i sistemi autonomi, hanno portato alla creazione di prodotti e servizi innovativi che consentono nuove opportunità per la nostra economia e società, creando sistemi nuovi e ambienti complessi che migliorano significativamente la vita quotidiana delle persone. Il volume “Artificial intelligence, robots and torts: challenges and perspectives” di Pier Giorgio Chiara (Aracne) – che fa parte della collana “Privacy e Innovazione” – contiene, integrato e aggiornato, il lavoro dell’Autore, vincitore della terza edizione del Premio per la migliore tesi di laurea o dottorato sui temi della protezione dei dati e dell’innovazione. Il volume, pubblicato in inglese, dimostra con grande completezza e rigore scientifico, come le attuali norme comunitarie e nazionali in materia di responsabilità civile risultino “out of tone” nella gestione delle varie, complicate questioni sollevate dai sistemi autonomi avanzati. A questo proposito, l’analisi critica affronta in primo luogo diverse sfide legali poste dalle tecnologie digitali emergenti al diritto dell’UE sulla responsabilità per danno da prodotti difettosi, in particolare tenendo conto dell’intelligenza artificiale. Pier Giorgio Chiara propone, quindi, un’analisi multilivello delle teorie italiane sulla responsabilità extracontrattuale, applicate ad un’ideale tripartizione delle tecnologie di IA, in relazione alla loro complessità e autonomia. La conclusione fa luce sui recenti sviluppi, a livello dell’UE. Nei cinque capitoli – “Robots and AI, a normative perspective”, “The multi-layered legal challenges posed by robotics and AI”. “On the applicability of the EU product liability legal framework to robots and AI”, “Traditional italian tort law theories applied to AI and robots” e “Exploring the path forward” – e dopo le considerazioni finali – dedicate a chiedersi se e in che misura le norme sulla responsabilità esistenti siano adatte per l’applicazione alle tecnologie digitali emergenti – l’analisi si concentra sui risultati del gruppo di esperti sulla responsabilità civile e sulle nuove tecnologie nominato dalla Commissione e sulla risoluzione del Parlamento europeo dell’ottobre del 2020 su un regime di responsabilità civile per l’intelligenza artificiale. Pier Giorgio Chiara è assegnista di ricerca del Dipartimento di Science Giuridiche e del Centro di Ricerca CIRSFID-Alma AI (Centro Interdipartimentale di Ricerca in Storia del Diritto, Filosofia e Sociologia del Diritto e Informatica Giuridica dell’Università di Bologna) nell’ambito del diritto della cybersicurezza. Dal Novembre 2019 al Novembre 2022 è stato ricercatore di dottorato (in attesa di difesa, prevista per Marzo 2023) del programma Law, Science and Technology Joint Doctorate (LAST-JD) – Rights of Internet of Everything, finanziato dall’Unione Europea tramite il programma Horizon 2020 Marie Sklodowska-Curie ITN.

“Diritto Dipinto. L’arte legale nel “tutto digitale” di Luca Bolognini (Rubbettino)

“L’essenza dell’arte è una riservatezza infinita” è una frase di “Doppia Vita”, l’autobiografia del poeta tedesco Gottfried Benn, che apre la prima delle riflessioni metaforico legali de “Il diritto dipinto. L’arte legale nel tutto digitale” di Luca Bolognini (Rubbettino). Bolognini, avvocato, giurista tra i massimi esperti di privacy, prosegue il cammino intrapreso nel 2021 con “L’arte della Privacy” (Rubbettino), già tradotto in inglese, spagnolo e turco. In questo secondo volume, Bolognini propone nuove “allegorie giuridiche” tra arte e regole, diritti contemporanei e dipinti antichi (e viceversa) reinterpretando a colori il senso dei precetti e delle consuetudini. Nelle 52 riflessioni pensate una volta alla settimana per un anno intero – Bolognini va alla radice, ad una ricerca di senso, scruta l’arte e il diritto – la conoscenza e l’immaginazione come preziosi, inscindibili strumenti gnoseologici, cifre interpretative dal valore metastorico, al di là dalle angustie delle specializzazioni. Bolognini va nel dettaglio per ritrovare il generale, in una dinamica di specchi, in una dialettica di reciproci rinvii, capaci, insieme, di recuperare tradizioni storiche, principi, valori simbolici, visioni complessive e profondità culturali. In questo originale percorso, Bolognini accompagna il lettore con delicatezza, con la leggerezza che si associa alla sostanza ed alla precisione. Paul Valéry ha detto: “Il faut être léger comme l’oiseau et non comme la plume”. Bolognini traccia un percorso senza fretta, lasciando che la memoria si depositi, senza uscire dal pensiero visivo, senza uscire dal linguaggio delle immagini. Nell’universo delle suggestioni tra arte e diritto, Bolognini apre vie da esplorare, strade nuovissime e antichissime, in un delicato equilibrio tra la dimensione astratta e quella concreta, tra la vita interiore ed esteriore degli individui in una prospettiva di senso.

“Privacy and Data Protection in Software Services” di Roberto Senigaglia, Claudia Irti, Alessandro Bernes (Springer)

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“Privacy and Data protection in software services”, Roberto Senigaglia, Claudia Irti e Alessandro Bernes (Editors) pubblicato dalla Springer, con i suoi numerosi contributi scientifici e innovativi, ha come obiettivo la creazione di un ponte tra ambiti che di solito vengono tenuti separati: gli strumenti tecnologici e le regole giuridiche che, specie nel mondo digitale attuale, dovrebbero essere legati al fine di plasmare una speciale “cassetta degli attrezzi” per risolvere i nuovi problemi che la società digitale pone. Il volume intende contribuire a questa “cassetta degli attrezzi” nei servizi software, affrontando il tema di come far lavorare a stretto contatto gli studi giuridici con le competenze degli ingegneri e degli informatici, sempre più coinvolti nelle complesse questioni che lo sviluppo di software implica. In tale prospettiva, gli autori sottolineano come il diritto e le sue categorie giuridiche tradizionali non abbiano perso importanza nel mondo digitale, ma, come per tutte le scienze sociali, abbia bisogno di sperimentare un nuovo, realistico approccio tra lo sviluppo tecnologico e i diritti e le libertà fondamentali degli individui. In alcuni dei contributi, si evidenzia, ad esempio, come nell’economia digitale i dati personali abbiano valore economico crescente. Contenuti digitali e servizi digitali sono sempre più scambiati contro la fornitura di dati personali e il consenso al loro trattamento. I modelli di business basati sui dati personali sono in rapida espansione e – nel volume – vengono proposte tra l’altre alcune riflessioni sul trattamento dei dati personali dal punto di vista del diritto delle obbligazioni, soffermandosi sugli obblighi informativi precontrattuali, sulla nozione di prezzo, sul ruolo del consenso nel trattamento dei dati personali, sull’impatto della sua revoca sul contratto di fornitura di contenuti digitali e servizi digitali. In altri contributi, viene sollevato il tema della dimensione digitale della vita dei bambini con le delicate questioni in termini di protezione delle persone che ciò comporta. Poiché i minori sono persone in evoluzione, gli ambienti educativi in ​​cui vivono devono rispettare la loro identità e dignità personale. In altri contributi viene delineato l’ambito di applicazione dell’articolo 82 del GDPR, esaminate alcune delle principali questioni relative alla consueta classificazione dei dati, come anche le problematiche che l’IoT genera in termini di tutela del diritto fondamentale alla protezione dei dati personali, sicurezza informatica e responsabilità o ancora come l’ascesa e la caduta, nei paesi occidentali, delle cosiddette ‘tracing app’, sperimentate con successo in Paesi come  Cina, Sud Corea e Singapore. Il libro, strutturato diciotto capitoli e in tre parti “Problems” (Part I), Perspectives (Part II) e “Appicable Solutions” (Part III), analizza con completezza i temi più attuali dell’attuale dibattito sulla regolazione dell’Information and Communication Technologies (ICT), identifica i diversi punti di vista che i vari attori della data protection online e riserva un focus su alcune tecnologie che possono sicuramente portare enormi benefici sia per gli utenti finali che per le aziende digitali se correttamente impostate sia da un punto di vista tecnico che legale. Oltre a Roberto Senigaglia, Claudia Irti e Alessandro Bernes, tra gli autori dei contributi del volume figurano: Giusella Finocchiaro, Vincenzo Ricciuto, Carmelita Camardi,  Alberto De Franceschi, Andrea Maria Garofalo, Fabio Bravo, Alessandro Mantelero e Giuseppe Vaciago, Barbara Pasa, Carolina Perlingieri, Alberto Maria Gambino e Davide Tuzzolino, Giorgio Resta e Vincenzo Zeno-Zencovich, Sara Landini, Dianora Poletti, Giuliano Zanchi, Camilla Tabarrini.

“Sovranità.com. Potere pubblico e privato ai tempi del cyberspazio”, il volume di Stefano Mannoni e Guido Stazi

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“La sovranità? Non era defunta? No, è resuscitata come l’araba fenice”, nell’incipit di “Sovranità.com. Potere pubblico e privato ai tempi del cyberspazio“, Editoriale Scientifica, Stefano Mannoni, già commissario AGCOM dal 2005 al 2012, professore di Storia del diritto medievale e moderno, di Diritto della comunicazione all’Università degli Studi di Firenze e Guido Stazi, Segretario Generale dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, già Segretario Generale Consob e Capo di Gabinetto AGCOM, a fronte dello strapotere tecnologico ed economico delle Big Tech, si pongono l’interrogativo se ci sia o meno lo spazio per una sovranità tecnologica da parte dei poteri pubblici nella prospettiva della tutela dei diritti fondamentali della persona e di difesa dei valori su cui si basa la moderna democrazia. La rivoluzione digitale ha consegnato a poche grandissime multinazionali un potere privato enorme capace di mettere in discussione il potere pubblico che da Hobbes in poi è stato concepito per frenare i poteri privati dal mettere a repentaglio quelli pubblici. Algoritmi, profilazione e sorveglianza digitale rappresentano nuovi arcana imperii digitali riescono a modificare la linea di demarcazione tra Stato e società, la vitalità della democrazia che non sia solo virtuale, la promozione di mercati concorrenziali. Nell’ampia disamina i due Autori non mancano di affrontare le iniziative delle Istituzioni pubbliche in alcune Paesi tra i quali Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Italia, cruciali per una riappropriazione di spazi pubblici e di tutele. Tra le iniziative citate da Mannoni e Stazi, il Rapporto italiano dell’Indagine Conoscitiva sui Big Data, svolta da tre Authorities, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e il Garante per la Protezione dei Dati Personali. Un’indagine molto significativa del febbraio del 2020 che ha registrato un’inesorabile emersione di posizioni dominanti; i fallimenti del mercato privo di normative e la necessità di ricorrere a un approccio ex ante per la regolamentazione dei dati; e, infine, l’esigenza di garantire trasparenza e scelte effettive al consumatore, riservando una specifica attenzione alla tutela dei minori in relazione al consenso circa l’uso del proprio dato, la definizione di politiche di educazione all’uso del dato. Gli autori tracciano, però, anche il processo di riscossa dei poteri pubblici cui assistiamo negli Stati Uniti come in Europa con una riscoperta della sovranità, di una sovranità.com che, per le sue intrinseche peculiarità e capacità, è capace di adattarsi a sfide sempre nuove, compresa quella delle grandi piattaforme digitali. “La riconquista della sovranità digitale, sui dati innanzitutto, da parte dei cittadini e delle loro comunità statuali – affermano gli Autori a conclusione del volume – passa dal riequilibrio e il bilanciamento tra i poteri pubblici e privati. Che riduce le diseguaglianze e tutela la democrazia”.

“Il trattamento dei dati personali nell’attività investigativa” – Adempimenti e misure di sicurezza per l’investigatore nel rispetto della privacy (Editore Key)

La professione dell’investigatore privato si muove costantemente nei limiti del delicato equilibrio tra ricerca delle informazioni e tutela della privacy degli individui. Per chi svolge questo tipo di attività si rivela, così, di forte interesse strategico la conoscenza – sia teorica che operativa – del quadro giuridico concernente il trattamento dei dati personali. È questo lo scopo della monografia “Il trattamento dei dati personali nell’attività investigativa – Adempimenti e misure di sicurezza per l’investigatore nel rispetto della privacy” (Editore Key), un’opera a più mani (Andrea Appicciafuoco, Valentina Brecevich, Tommaso Grotto, Gaetano Mastropietro, Alberto Paoletti, Roberta Savella, Zakaria Sichi) a cura di Marco Martorana, avvocato, e di Luciano Tommaso Ponzi, Presidente di Federpol, con la prefazione di Guido Scorza, componente del Collegio del Garante per la protezione dei dati personali.  Nel volume si sottolinea che, per quanto riguarda la ricerca delle informazioni, le innovazioni tecnologiche degli ultimi decenni non hanno soltanto fornito sempre più sofisticati strumenti utili all’attività investigativa, ma hanno rivoluzionato le competenze necessarie per svolgere questa professione. Oggi l’investigatore privato deve essere un conoscitore esperto di varie materie, tra cui diversi settori del diritto, e, in particolare, quello della tutela dei dati personali, divenuta fondamentale, così come lo è la diffusione della cultura della privacy. Ciò rappresenta una “esigenza molto sentita” – evidenziano gli Autori – non solo con riguardo agli investigatori stessi, affinché possano svolgere le proprie mansioni nella consapevolezza della normativa vigente, ma anche dei vari operatori che possono eventualmente ritrovarsi accanto all’investigatore privato nel corso della sua attività. Nel volume, vengono affrontato gli argomenti di base relativi alla disciplina della protezione dei dati, con specifici riferimenti al contesto investigativo e delle informazioni commerciali. Inoltre, vengono dedicati dei focus specifici alla sicurezza informativa, alle nuove tecniche di raccolta di informazioni come l’OSINT (Open source intelligence) e all’attività ispettiva del Garante per la protezione dei dati personali, offrendo al lettore un quadro completo e approfondito sul tema e le indicazioni necessarie da mettere in atto nella attività professionale.