“Diritto comparato della privacy e della protezione dei dati personali” (Ledizioni) è il volume scritto da Paolo Guarda e Giorgia Bincoletto, rispettivamente professore associato di Diritto privato all’Università di Trento, Facoltà di Giurisprudenza e assegnista di ricerca in Diritto Privato Comparato all’Università di Trento. Il libro esplora la disciplina in materia di privacy e protezione dei dati personali, utilizzando un approccio olistico nel quale l’interdisciplinarietà è il valore aggiunto e la chiave di lettura per decifrare la portata e i connotati dei fenomeni in atto che, spinti dall’incessante innovazione tecnologica, ridisegnano in rapida sequenza gli scenari della società e del diritto. Per realizzare questi obiettivi – sottolineano gli Autori – la comparazione rappresenta lo strumento metodologico principe. A tal fine, con completezza e rigore scientifico, gli autori non si limitano solo a ripercorrere ed analizzare le regole dell’ordinamento giuridico nazionale e dell’Unione Europea che svolge un ruolo chiave in materia di protezione dei dati, ma anche i sistemi giuridici del Canada, degli Stati Uniti, del Regno Unito poiché – chiariscono ancora Guarda e Bincoletto – la dimensione di protezione a livello nazionale è alimentata dalle regole derivanti dal livello sovrannazionale e dalla circolazione dei modelli in un contesto internazionale. Gli autori però evidenziano anche il contributo derivante da altri saperi, da saperi non giuridici, che diventano rilevanti per una più esatta comprensione del mondo giuridico stesso. Il volume è diviso in due parti, una prima parte dedicata alla disciplina tradizionale in materia di riservatezza e di protezione dei dati personali in cui vengono forniti gli elementi più generali della disciplina e la ratio sottostante l’istituto di volta in volta analizzato (ad esempio i capitoli su: Data protection by design e by default, il trasferimento internazionale dei dati personali, il diritto all’oblio, la privacy nel contesto lavorativo, le Autorità garanti per la protezione dei dati personali, il danno da lesione alla privacy e alla protezione dei dati), mentre nella seconda parte vengono affrontate tematiche specifiche come la questione della anonimizzazione, la pseudonimizzazione dei dati, il fenomeno dei Big Data che determina e condiziona i contesti applicativi quali quello dell’intelligenza artificiale e dell’internet delle cose. Di grande rilievo il capitolo dedicato alla sanità digitale e al tema della ricerca scientifica con attenzione alla ricerca medica, biomedica ed epidemiologica. E, da ultimo, un ampio approfondimento su blockchain e forme di sorveglianza e controllo. In virtù del metodo casistico – problematico, che richiede di inserire casi giurisprudenziali veri o immaginari per sviluppare l’attitudine argomentativa nella formulazione e nella risoluzione di problemi giuridici, il libro è arricchito dalla proposta di una serie di esempi che lasciano al lettore il compito di studiare e individuare le possibili soluzioni.
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Su Italian Tech, Replika: la chat(bot) degli orrori
Mettetevi nei panni di un bambino o, magari, di un adolescente solo – come, purtroppo, ce ne sono tanti e, anzi, sempre di più – davanti allo schermo del suo smartphone, del suo tablet o del suo PC e provate a immaginare che, guidato dal passaparola che corre veloce nelle chat, nei gruppi e sui social che frequenta, di tap in tap o di click in click, atterri sulle pagine di Replika, un servizio di intelligenza artificiale che si presenta ai suoi utenti con un claim che la dice lunga: “il compagno che si preoccupa di te”. E sotto un pay off che rincara la dose: “Sempre qui per ascoltare e per parlare. Sempre dalla tua parte”.
Più giù un bel pulsante, l’unico in tutta la pagina, con una tentazione irresistibile: crea la tua replica, ovvero il tuo compagno o la tua compagna ideali.
Leggi l’articolo completo su Italian Tech.
“Fotografa la tua sorellina nuda”, “Uccidi tuo padre”: l’inquietante chat con l’app di intelligenza artificiale
#daleggere il pezzo di Chiara Tadini su Today
È un pezzo che fa male più di un cazzotto nello stomaco specie se, come fa la Tadini, si fa lo sforzo di immedesimarsi nella mente di un’adolescente che scelga di avere per amico uno dei chatbot di Replika ma è un pezzo che va letto e messo al centro di un dibattito che non possiamo attendere a affrontare anche e soprattutto nella dimensione politica e in relazione al quale, probabilmente, non si possono attendere i tempi della regolamentazione europea sull’intelligenza artificiale che verrà. Specie per i più piccoli i rischi sono troppo elevati e lo sono oggi.
Privacy Daily 16/1
Un’idea alternativa per la pubblicità online in Europa. Più riguardo per il trattamento dei dati e niente profilazione: è quello che prevede il piano della joint venture annunciata dalle quattro maggiori compagnie europee di telecomunicazione che sfida le big tech. Si tratta della tedesca Deutsche Telekom, attiva in oltre 50 paesi, in Europa e Stati Uniti; la francese Orange, attiva in 27 paesi; la spagnola Telefónica, attiva in Europa e Sud America; l’inglese Vodafone, attiva in 21 paesi tra Europa e Africa. Molti di questi offrono sia servizi di telefonia che di Iptv (contenuti televisivi trasmessi via internet). La richiesta, come rivelato da Politico, è arrivata agli uffici della Commissione europea che si occupano di concorrenza, visto il rischio di una eventuale concentrazione di mercato a danno dei consumatori. Tuttavia, in questo caso, il piano non sembra essere diretto, come a volte accade, a restringere la concorrenza, con la conseguenza di alzare i prezzi per gli utenti, ma piuttosto a creare un’alternativa appetibile per gli investitori pubblicitari che non vogliano solo rivolgersi al sistema dominato dalle grandi piattaforme. Quello che è significativo è che uno dei punti di forza del progetto è proprio una maggiore attenzione alla privacy degli utenti. La promessa di questa joint venture è quella di creare un grande hub per la distribuzione pubblicitaria, ma senza profilare i clienti e, anzi, dando loro maggior controllo su come i dati sono condivisi con le aziende.
E’ diventato popolare usare l’intelligenza artificiale per generare favole della buonanotte, lettere d’amore, saggi di scuola superiore , persino consigli sulla salute mentale, opere d’arte. Molte persone non si sentono però a proprio agio con i contenuti creati dai bot. ChatGPT in particolare ha suscitato timori ad esempio per lo studio, si pensa che gli studenti possano utilizzarlo per scrivere tesi e compiti. Il Dipartimento dell’Istruzione di New York City, ad esempio, ha recentemente vietato l’accesso al ChatGPT sulle sue reti e dispositivi. Anche le persone in altri settori sono preoccupate che i lavoratori possano usarlo come scorciatoia per gli incarichi di lavoro. Alcuni ricercatori si sono impegnati nell’individuare strumenti per aiutare le persone a capire cosa scaturisce realmente dalla mente umana e cosa è stato messo insieme da un bot. Edward Tian, uno studente di 22 anni della Princeton University, ha creato ad esempio GPTZero, che mostra la probabilità di quanto ci sia di vero o falso nei testi. Il software valuta in base a una manciata di fattori. Una metrica chiave che utilizza è la tendenza delle persone a utilizzare una maggiore variazione nella scelta delle parole e nella lunghezza della frase, mentre il testo dell’IA è più lineare e asciutto.
Bankitalia: giù frodi online con doppia password o codice. Inserire due password o pin, o dare il via libera al pagamento tramite il token o lo smartphone può essere un procedimento fastidioso, ma riduce del 60% i rischi di frode per i trasferimenti online con carta e dell’80% di quelli con moneta elettronica. I dati emergono da un paper pubblicato dalla Banca d’Italia sull’impatto dei nuovi requisiti di autenticazione forte del cliente o doppia autenticazione (Sca) introdotti con la direttiva europea Psd2 e declinati poi da ogni banca in maniera diversa. Si stima che le transazioni per cui la regolamentazione prevede un’esenzione dall’applicazione della Sca risultano relativamente sicure.
English Translation
An alternative idea for online advertising in Europe. More care for data processing and no profiling: that is the plan of the joint venture announced by the four largest European telecommunication companies challenging the big tech. These are Germany’s Deutsche Telekom, active in over 50 countries, in Europe and the United States; France’s Orange, active in 27 countries; Spain’s Telefónica, active in Europe and South America; and the UK’s Vodafone, active in 21 countries between Europe and Africa. Many of these offer both telephony and IPTV (TV content transmitted via the Internet) services. The request, as revealed by Politico, reached the European Commission’s competition offices, given the risk of a possible market concentration to the detriment of consumers. However, in this case, the plan does not seem to be directed, as sometimes happens, at restricting competition, with the consequence of raising prices for users, but rather at creating an attractive alternative for advertising investors who do not only want to turn to the system dominated by the large platforms. What is significant is that one of the strengths of the project is precisely a greater focus on user privacy. The promise of this joint venture is to create a large advertising distribution hub, but without profiling customers and, on the contrary, giving them more control over how data is shared with companies.
It has become popular to use artificial intelligence to generate bedtime stories, love letters, high school essays, even mental health advice, works of art. However, many people are uncomfortable with the content created by bots. ChatGPT in particular has raised fears for study, for example, it is thought that students may use it to write theses and assignments. The New York City Department of Education, for example, recently banned access to ChatGPT on its networks and devices. People in other sectors are also concerned that workers might use it as a shortcut for work assignments. Some researchers have been working on finding tools to help people understand what really springs from the human mind and what has been put together by a bot. For instance, Edward Tian, a 22-year-old student at Princeton University, created GPTZero, which shows the probability of what is true or false in texts. The software evaluates based on a handful of factors. One key metric it uses is people’s tendency to use more variation in word choice and sentence length, while AI text is more linear and dry.
Bankitalia: Down online fraud with double passwords or codes. Entering two passwords or pins, or giving the go-ahead for payment using a token or smartphone can be an annoying process, but it reduces the risk of fraud for online transfers by 60% for card transactions and by 80% for those using electronic money. The data emerge from a paper published by the Bank of Italy on the impact of the new requirements for strong customer authentication or dual authentication (Sca) introduced with the European Psd2 directive and then declined by each bank in a different way. It is estimated that transactions for which the regulation provides an exemption from the application of Sca are relatively secure.
Tu vuò fa’ l’europeo: Biden richiama all’ordine le big tech
“L’industria tecnologica americana è la più innovativa al mondo. Sono orgoglioso di ciò che ha realizzato e delle tante persone talentuose e impegnate che lavorano in questo settore ogni giorno. Ma come molti americani, sono preoccupato per il modo in cui alcuni nel settore raccolgono, condividono e sfruttano i nostri dati più personali, amplificano l’estremismo e la polarizzazione nel nostro paese, inclinano il campo di gioco della nostra economia, violano i diritti civili delle donne e delle minoranze e mettono a rischio i nostri figli“. Inizia così l’editoriale del presidente americano Joe Biden pubblicato l’altro ieri sul Wall Street Journal. È un j’accuse durissimo all’indirizzo delle Big tech da parte del presidente del Paese che ha dato loro i natali e che ha indiscutibilmente contribuito a renderle quelle che sono.
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L’intelligenza artificiale non sia solo un affare per paperoni | Un mio pezzo su Milano Finanza
Quanto sarà democratica – o, forse, meglio, quanto è democratica l’intelligenza artificiale? E, soprattutto, cosa possiamo fare perché lo sia quanto più possibile? Me lo chiedo in un pezzo pubblicato sul numero di oggi di Milano Finanza. Buona lettura.
Salute, amore, lavoro: quanto stiamo raccontando di noi a Chat GPT-3?
I social network, in Italia come nel resto del mondo, da qualche settimana pullulano di screenshot che raccontano delle più diverse, eterogenee, curiose e fantasiose conversazioni tra donne e uomini e il robot diversamente intelligente messoci a disposizione da Open AI, la non profit, fondata da Elon Musk nella quale, negli anni, hanno investito tanti grandi del firmamento delle bigtech da Amazon a Microsoft. Chiediamo a Chat GPT-3 di rispondere a ogni genere di domanda quasi fosse un oracolo, un chiromante, uno scienziato, un saggio, talvolta – complice l’estrema facilità di conversazione in linguaggio umano – un amico fidato o, persino, un familiare. Cerchiamo risposte sicure, soluzioni a problemi nostri e dell’umanità intera, previsioni affidabili. E in alcuni casi, lo racconta lo zibaldone di immagini che rimbalzano sui social, le domande raccontano di noi più di quello che racconteremmo a chicchessia in carne ed ossa davanti a un bicchiere di vino, forse persino a un familiare.
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