Privacy Daily

PRIVACY DAILY 46/2023

La proposta di acquisizione di iRobot (produttore dell’aspirapolvere Roomba) da parte di Amazon potrebbe detestare forti preoccupazioni per la privacy nella Commissione Europea. Lo scrive il Financial Times, sostenendo che la società americana avrebbe ricevuto già una richiesta di informazioni rispetto a questa nuova operazione da 1,7 miliardi di dollari. E questa mossa della Commissione preluderebbe, secondo le fonti citate dal noto quotidiano economico, all’apertura di un’istruttoria formale. A differenza della Federal Trade Commission statunitense, che sta esaminando l’accordo sotto il profilo dell’accrescimento del potere di mercato di Amazon nel settore dell’elettronica domestica, la Commissione europea nutrirebbe, invece, una serie di perplessità legate alla privacy. In particolare, nel mirino dei funzionari europei ci sarebbe la capacità dell’aspirapolvere intelligente di scattare foto mentre si muove all’interno di una casa. Questi dati, combinati con quelli raccolti da Alexa, potrebbero infatti conferire un fortissimo vantaggio alla multinazionale californiana. Peraltro, la MIT Technology Review aveva pubblicato già in dicembre la notizia di un robot Roomba capace di catturare immagini intime. D’altro canto, sempre secondo quanto ricostruito dal Financial Times, parrebbe che Amazon si stia preparando a contestare gli eventuali rilievi. L’azienda potrebbe, infatti, mettere in evidenza che le limitazioni incorporate nell’elettrodomestico – il quale disporrebbe solo di una mappatura di base dei sensori – renderebbero improbabile eventuali rischi per la privacy. Peraltro, la Big tech potrebbe anche sostenere che l’acquisto di iRobot non varrebbe a conferirle alcun particolare vantaggio di mercato rispetto ai rivali nel settore, dato il numero di prodotti concorrenti disponibili. Sta di fatto che, però, almeno finora, sia Amazon che la Commissione europea hanno rifiutato di commentare la notizia della potenziale indagine.

ChatGPT è stato reso disponibile per l’uso pubblico a novembre, ma diversi datori di lavoro hanno già molti dubbi rispetto ai problemi di compliance connessi al suo impiego. ChatGPT è una piattaforma linguistica di AI che viene addestrata per interagire in conversazioni ed eseguire compiti, mediante l’alimentazione di un algoritmo con enormi serie di dati. Il modello viene poi testato per determinare la sua capacità di fare previsioni a partire da dati inediti. Eppure, la base di conoscenza di questo strumento presenta ancora delle lacune, anche considerando che l’AI è stata addestrata solo su set di dati disponibili fino al 2021 e che attinge a dati online non sempre accurati. Se i dipendenti si affidano a ChatGPT per ottenere informazioni relative al lavoro e non le verificano, possono sorgere problemi. Sta, allora, ai datori di lavoro dover stabilire attente politiche rispetto al suo impiego in contesto lavorativo. In particolare, per quanto riguarda gli aspetti correlati alla privacy, c’è la possibilità che i dipendenti condividano dati e informazioni durante le “conversazioni” con ChatGPT. Sebbene, infatti, l’AI dichiari di non conservare le informazioni fornite nelle conversazioni, essa “impara” da ogni conversazione. Così, anche informazioni riservate potrebbero essere rivelate a ChatGPT. Tuttavia, la nuova versione migliorata, che dovrebbe uscire entro l’anno, potrebbe essere in grado di lenire almeno alcune delle preoccupazioni dei datori di lavoro.

Scandalo nel Regno Unito per alcune dichiarazioni della polizia del Lancashire nel corso delle ricerche di una donna scomparsa. La polizia, che indaga sulla sparizione di una quarantacinquenne ha affermato in un comunicato che la donna aveva in passato “sofferto di alcuni problemi significativi con l’alcol, causati dal suo rapporto difficile con la menopausa [che erano] riemersi negli ultimi mesi”. In molti, tra cui parlamentari, giuristi e attivisti per la privacy, hanno reagito con indignazione al comunicato sui social media. In particolare, Zoë Billingham, presidente di un istituto di salute mentale del Servizio Sanitario Nazionale (NHS) ha dichiarato alla BBC che l’aggiornamento fornito dalla polizia del Lancashire “è abbastanza inquietante da molti punti di vista”, aggiungendo che “la gente si chiede giustamente in che modo lo stato riproduttivo di una donna scomparsa sia collegato al tentativo di ritrovarla e se le stesse informazioni sarebbero state rese di dominio pubblico se si fosse trattato di un uomo”. I rappresentati della polizia hanno, però, specificato che “si è trattato di un passo insolito per noi entrare in questo livello di dettaglio sulla vita privata di qualcuno, ma abbiamo ritenuto importante chiarire cosa intendevamo quando abbiamo parlato di vulnerabilità per evitare ulteriori speculazioni o interpretazioni errate”. Peraltro, sempre stando a quanto affermato dalla polizia, alla famiglia della donna scomparsa sarebbero state fornite spiegazioni sul perché del rilascio di tali delicate informazioni.

English version

The proposed takeover of iRobot (manufacturer of the Roomba hoover) by Amazon could raise serious privacy concerns in the European Commission. The Financial Times writes this, claiming that the American company has already received a request for information regarding this new $1.7 billion transaction. And this move by the Commission would be a prelude to the opening of a formal investigation, according to sources quoted by the well-known business daily. In contrast to the US Federal Trade Commission, which is examining the deal from the point of view of Amazon’s increased market power in the home electronics sector, the European Commission would instead have a number of privacy-related concerns. In particular, in the crosshairs of European officials would be the ability of the smart hoover to take pictures while moving around a house. These data, combined with those collected by Alexa, could in fact give a very strong advantage to the Californian multinational. Moreover, the MIT Technology Review had already published in December the news of a Roomba robot capable of capturing intimate images. On the other hand, again according to the Financial Times’ reconstruction, it would appear that Amazon is preparing to contest the possible findings. The company could, in fact, point out that the limitations built into the appliance – which would only have basic sensor mapping – would make any privacy risks unlikely. Big tech might also argue that the purchase of iRobot would not give it any particular market advantage over rivals in the sector, given the number of competing products available. The fact is, however, that, at least so far, both Amazon and the European Commission have refused to comment on the news of the potential investigation.

ChatGPT was made available for public use in November, but several employers already have many doubts about compliance issues related to its use. ChatGPT is an AI language platform that is trained to interact – even in conversation – and perform tasks by feeding an algorithm with huge data sets. The model is then tested to determine its ability to make predictions from unpublished data. Yet, there are still gaps in the knowledge base of this tool, not least considering that AI has only been trained on datasets available until 2021 and that it draws on online data that is not always accurate. If employees rely on ChatGPT to obtain work-related information and do not verify it, problems can arise. It is then up to employers to establish careful policies with respect to its use in a work context. In particular, with regard to privacy-related aspects, there is the possibility of employees sharing data and information during ‘conversations’ with ChatGPT. Although, in fact, the AI states that it does not retain the information provided in conversations, it ‘learns’ from each conversation. Thus, even confidential information could be revealed to ChatGPT. However, the new improved version, due to be released later this year, may be able to alleviate at least some of the concerns of employers.

Scandal in the UK over statements made by the Lancashire police during the search for a missing woman. The police investigating the disappearance of a 45-year-old woman said in a statement that the woman had previously ‘suffered from some significant problems with alcohol, caused by her difficult relationship with menopause [which had] resurfaced in recent months’. Many, including parliamentarians, lawyers and privacy activists, reacted with indignation to the statement on social media. In particular, Zoë Billingham, president of a National Health Service (NHS) mental health institute, told the BBC that the update provided by Lancashire police ‘is quite disturbing in many respects’, adding that ‘people are rightly wondering how a missing woman’s reproductive status relates to the attempt to find her and whether the same information would have been made public if it had been a man’. Police representatives specified, however, that ‘it was an unusual step for us to go into this level of detail about someone’s private life, but we felt it was important to clarify what we meant when we talked about vulnerability to avoid further speculation or misinterpretation’. Moreover, according to the police, the family of the missing woman was given explanations as to why such sensitive information was released.