Privacy Daily

PRIVACY DAILY 41/2023

Niente più telecamere di sorveglianza di fabbricazione cinese nei siti critici per la sicurezza nazionale dell’Australia. La decisione è stata presa dopo che un audit ha rilevato la presenza di 900 dispositivi di sorveglianza costruiti da aziende cinesi nelle disponibilità del governo. Anche l’Australia segue così la linea di Regno Unito e Stati Uniti che avevano già adottato misure analoghe per timore di intrusioni o accessi ai dati registrati dai dispositivi. L’audit ha rilevato che le telecamere si trovavano in più di 200 edifici, in quasi tutti i dicasteri, compresi quelli degli affari esteri e della giustizia. Almeno un’unità è stata trovata anche presso il ministero della Difesa, benché il numero totale resti sconosciuto. L’Australia “non ha modo” di sapere se i dati raccolti dai dispositivi vengono consegnati alle agenzie di intelligence cinesi. Infatti, la legge cinese sulla sicurezza nazionale può essere utilizzata per costringere qualsiasi organizzazione o cittadino a “sostenere, assistere e cooperare con l’attività di intelligence dello Stato” e a concedere l’accesso ai dati. A nulla sono valse le proteste delle aziende che hanno affermato di non poter accedere ai dati degli utenti finali e quindi di non poterli trasmettere a terzi. Questa vicenda va, peraltro, ad inserirsi nel più generale inasprimento delle relazioni tra i due Paesi dopo che Canberra ha bandito Huawei dalla sua rete 5G nel 2018 e la Cina ha risposto con restrizioni commerciali e tariffe sulle esportazioni australiane come carbone, aragoste e vino.

Le scuole della Florida non chiederanno più alle studentesse-atlete di condividere le informazioni sul loro ciclo mestruale per poter praticare sport nelle scuole superiori. Il consiglio di amministrazione della Florida High School Athletic Association ha deliberato, nel corso di una riunione d’emergenza, l’eliminazione delle domande sulla storia mestruale dal modulo di valutazione fisica pre-partecipazione alle attività sportive. La questione era diventata oggetto di controversia dopo che il mese scorso il comitato di medicina sportiva dell’associazione aveva raccomandato di rendere obbligatorie le domande, secondo quanto riportato dalla stampa locale. Peraltro, il distretto scolastico della contea di Palm Beach aveva annunciato che quest’anno scolastico le studentesse-atlete avrebbero potuto inviare il modulo in formato digitale tramite la società di software per la gestione dello sport Aktivate. Ciò, anche se le leggi federali, riportate anche nella privacy policy del sito, avrebbero potuto comportare la trasmissione dei dati alle autorità giudiziarie o ad altre amministrazioni in determinate situazioni. In tanti tra genitori, medici e altre soggetti hanno sostenuto che la richiesta di informazioni concernenti il ciclo mestruale e la loro archiviazione digitale avrebbe violato la privacy delle atlete, soprattutto in un momento di maggiore dibattito sulle norme relative al corpo delle donne dopo il rovesciamento della sentenza Roe v. Wade da parte della Corte Suprema. Ora, a seguito della nuova deliberazione, il modulo adottato non chiederà alle studentesse-atlete di parlare di mestruazioni, ma richiederà loro di compilare domande sulla loro storia medica, chirurgica ed emotiva. Queste pagine saranno conservate da un operatore sanitario, da un genitore o da un tutore, non dalla scuola. Le nuove regole si conformano così alle linee guida dell’American Academy of Pediatrics per i moduli di valutazione fisica degli studenti-atleti.

Taiwan valuta di istituire un’autorità indipendente per la protezione dei dati personali. Lo ha dichiarato lo Yuan esecutivo, a seguito di una serie di segnalazioni relative a data breach registrati presso varie aziende nazionali, tra cui China Airlines, Car-Plus Auto Leasing Corp e la piattaforma di condivisione di veicoli iRent. Già da agosto, in realtà, la Corte Costituzionale taiwanese aveva stabilito che per una piena adesione del Personal Data Protection Act (個人資料保護法) alla Costituzione è necessario predisporre un meccanismo di controllo indipendente per tutelare la privacy, invitando le istituzioni competenti a provvedere attraverso una nuova legge o emendamenti alle leggi esistenti entro tre anni. Così, Il premier Chen Chien-jen ha chiesto ai ministri interessati di procedere sulla questione. “Avere un’agenzia specifica che si occupi delle questioni relative ai dati personali è un’opzione, ma faremo ulteriori annunci dopo che i tre ministri senza portafoglio avranno esaminato tutte le possibilità” ha affermato secondo quanto dichiarato dal portavoce dello Yuan esecutivo Chen Tsung-yen. Nel frattempo, Ho Ing Mobility Service, una filiale del gruppo automobilistico Hotai Motor Co che gestisce iRent, è stata multata ieri per 200.000 dollari taiwanesi dalla Direzione Generale delle Autostrade per aver permesso la divulgazione di informazioni personali di 400.000 utenti, tra cui i loro nomi, numeri di cellulare, indirizzi di casa e informazioni di pagamento.

English version

No more Chinese-made surveillance cameras at sites critical to Australia’s national security. The decision was made after an audit found 900 surveillance devices made by Chinese companies in government possession. Australia thus follows the lead of the United Kingdom and the United States, which had already taken similar measures for fear of intrusion or access to data recorded by the devices. The audit found that cameras were located in more than 200 buildings, in almost every department, including foreign affairs and justice. At least one unit was also found at the Ministry of Defence, although the total number remains unknown. Australia ‘has no way’ of knowing whether the data collected by the devices is handed over to Chinese intelligence agencies. Indeed, China’s National Security Law can be used to compel any organisation or citizen to ‘support, assist and cooperate with state intelligence activity’ and grant access to data. To no avail were the protests of the companies that they could not access end-user data and therefore could not pass it on to third parties. This incident, moreover, fits into the more general tightening of relations between the two countries after Canberra banned Huawei from its 5G network in 2018 and China responded with trade restrictions and tariffs on Australian exports such as coal, lobster and wine.

Florida schools will no longer ask student-athletes to share their menstrual history in order to play high school sports. The board of directors of the Florida High School Athletic Association voted at an emergency meeting to remove questions about menstrual history from the pre-participation sports physical evaluation form. The issue had become controversial after the association’s sports medicine committee recommended making the questions mandatory last month, according to local press reports. However, the Palm Beach County School District had announced that this school year student-athletes would be able to submit the form digitally through the sports management software company Aktivate. This, even though federal laws, also stated in the site’s privacy policy, could have resulted in data being forwarded to law enforcement or other administrations in certain situations. Many parents, doctors and others argued that the request for menstrual cycle information and its digital storage would violate the privacy of female athletes, especially at a time of heightened debate over regulations concerning women’s bodies after the Supreme Court overturned Roe v. Wade. Now, following the new ruling, the adopted form will not ask female student-athletes to talk about menstruation, but will require them to fill out questions about their medical, surgical and emotional history. These pages will be kept by a health professional, parent or guardian, not by the school. The new rules thus conform to the American Academy of Pediatrics guidelines for physical evaluation forms for student-athletes.

Taiwan is considering setting up an independent data protection authority. This was stated by Executive Yuan, following a series of reports of data breaches recorded at various domestic companies, including China Airlines, Car-Plus Auto Leasing Corp and the vehicle-sharing platform iRent. As early as August, in fact, Taiwan’s Constitutional Court had ruled that for the Personal Data Protection Act (個人資料保護法) to fully adhere to the Constitution, an independent oversight mechanism to protect privacy must be put in place, calling on the relevant institutions to provide for it through a new law or amendments to existing laws within three years. Thus, Premier Chen Chien-jen asked the ministers concerned to proceed on the issue. “Having a specific agency to deal with personal data issues is an option, but we will make further announcements after the three ministers without portfolios have examined all possibilities,” said Executive Yuan spokesman Chen Tsung-yen. Meanwhile, Ho Ing Mobility Service, a subsidiary of the Hotai Motor Co automotive group that operates iRent, was fined NT$200,000 yesterday by the General Directorate of Highways for allowing the disclosure of personal information of 400,000 users, including their names, mobile phone numbers, home addresses and payment information.