Twitter, nei giorni scorsi, ha messo nero su bianco di aver accertato che i suoi algoritmi hanno promosso e proposto ai suoi milioni di utenti in giro per il mondo più contenuti di destra che di sinistra.
La malattia, dunque, è certa, la diagnosi no e la cura, di conseguenza lontana a venire.
Su sette Paesi – UK, USA, Canada, Francia, Germania, Spagna e Giappone – presi in esame, in sei, i nostri algoritmi hanno proposto ai nostri utenti più di frequente contenuti di destra che di sinistra.
L’eccezione è la Germania dove questo non sembrerebbe essere accaduto.
Non è un’illazione, un dubbio, un sospetto, né sono le rivelazioni una gola profonda ma è direttamente Twitter, in un esercizio di trasparenza di per sé apprezzabile, a parlare.
E l’esercizio si spinge oltre perché la società dell’uccellino cinguettante dice in modo egualmente trasparente che non sa perché questo sia avvenuto e aggiunge che, naturalmente approfondirà e, anzi, si dichiara disponibile a fornire i dati della ricerca che l’ha portata a questa conclusione anche a terzi qualificati che volessero approfondire la questione.
Tanto per intenderci quello che Twitter dice è che se i suoi algoritmi non avessero governato i cinguettii che ciascuno di noi si vede proporre nel corso della giornata quando accede a Twitter utilizzando gli algoritmi e avesse lasciato semplicemente, alla vecchia maniera, che i cinguettii ci apparissero in ordine cronologico, ci saremmo ritrovati a leggere una quantità sensibilmente inferiore di contenuti pro-destra.
Ecco un esempio per capirci di più.