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In Francia droni a terra: il Garante richiama all’ordine il Ministero dell’Interno

Niente droni per finalità di polizia sui cieli francesi.

La Cnil, il Garante francese per la privacy, ha ordinato al Ministero dell’interno di tenere a terra la sua flotta di droni, almeno per il momento.

Serve una legge perché si possano usare i droni per finalità generalizzate di controllo dell’ordine pubblico e non deve essere una legge qualsiasi ma una legge che stabilisca chiaramente le modalità attraverso le quali bilanciare l’interesse a garantire l’ordine pubblico anche sorvegliando dall’alto le strade di Parigi e del resto della Francia e il diritto alla privacy dei singoli cittadini.

E’ questo il senso del provvedimento con il quale il Garante francese ha appena ordinato lo stop ai voli dei droni della polizia francese.

Il diritto dei singoli cittadini a passeggiare per strada – nei limiti già enormi che, peraltro, in questa stagione il COVID ci impone – senza dover pensare agli occhi elettronici della polizia che scrutano dall’altro ogni loro movimento non vale né di più, né di meno di quello degli stessi cittadini a vivere in una città più sicura possibile anche grazie al ricorso alla nuova tecnologia.

E non si tratta di decidere se conta più la privacy o la sicurezza come spesso si dice, si scrive, si sente e si legge.

Si tratta semplicemente di identificare forme e soluzioni che garantiscano un bilanciamento tra diritti e interessi di pari dignità.

Non esistono, e questo è chiaro tanto nella costituzione francese che nella nostra, diritti tiranni capaci di travolgere altri diritti o di imporsi davanti a altri diritti.

Ed è per questo che la disciplina europea in materia di protezione dei dati personali non pretende di dire ai Governi cosa non possono fare ma impone loro di stabilire, con regole adottate all’esito di un solido bilanciamento tra i diversi diritti e interessi e sentite le Autorità di protezione dei dati personali nazionali, come fare le cose che ritengano necessarie per il bene dei nostri Paesi.

Nel caso dei droni del Ministero dell’interno francese – peraltro già al centro di una vivace battaglia giudiziaria approdata anche nelle aule del Consiglio di Stato di Parigi – le regole in questione mancano e, da qui, l’ordine del Garante francese di ordinare lo stop.

Giusto così.

Non ha vinto la privacy contro la sicurezza. Ha vinto semplicemente il principio del necessario bilanciamento dei diritti, il faro irrinunciabile della democrazia.

E visto che i droni, in Francia come in Italia, non si alzano in volo solo per garantire la sicurezza ma anche perché ci piace farli volare a scopo ricreativo, l’occasione è buona per ricordare che sul sito del Garante per la protezione dei dati personali, il nostro questa volta, c’è una pagina con una manciata di consigli utili per divertirsi senza ledere la privacy altrui.

Sempre di bilanciamento si tratta anche se, questa volta, dipende tutto da noi, dal nostro livello di consapevolezza e educazione.