“Crea brani originali in pochi secondi, anche se non hai mai fatto musica prima. Fatti pagare per ogni ascolto su piattaforme come Spotify, TikTok, YouTube e oltre 40 altri in tutto il mondo.”
È questa la promessa con la quale Boomy si presenta al suo pubblico, una promessa che potrebbe mettere a dura prova l’industria musicale mondiale.
E, senza nessuna sorpresa, sono già milioni i brani musicali creati attraverso la piattaforma in circolazione online, brani che magari avremo anche sentito in questa o quella playlist propostaci da YouTube, Spotify o da una qualsiasi delle loro concorrenti.
Ma difficilmente ascoltandoli ci sarà venuto da pensare che a crearli sia stato un duo eccezionale formato da un utente spesso completamente a digiuno di ogni più elementare educazione musicale e un algoritmo di intelligenza artificiale.
Eppure, questa e solo questa, almeno a leggere quanto i fondatori di Boomy raccontano, è la verità.
Dietro a Boomy c’è un algoritmo che consente a chiunque di improvvisarsi autore di un brano – almeno sin qui limitatamente alla parte musicale – registrare il brano e poi distribuirlo sulle principali piattaforme online, facendosi anche pagare.
E chissà che un brano realizzato con Boomy un giorno non arrivi a essere più ascoltato e a incassare di più di un brano creato da una pop star planetaria.