recensioni

“Io che non amo solo te. I nuovi confini dell’infedeltà” di Selina Zipponi (Edizioni Il Saggiatore)

“Io che non amo solo te” è un’esplorazione dell’infedeltà nella società contemporanea. Una bussola per districarsi nelle zone grigie delle relazioni sentimentali e comprendere le conseguenze, anche legali, delle nostre azioni. Selina Zipponi, avvocato esperto di privacy e diritto dei dati, nel suo “Io che non amo solo te. I nuovi confini dell’infedeltà” Edizioni Il Saggiatore, traccia un’analisi acuta ed originale dell’infedeltà e del tradimento, quelli di ieri e quelli di oggi tra siti di incontri, sexting, atti osceni in luogo pubblico, fino alle violazioni della privacy, allo stalking al revenge porn. Un modo decisamente pop di raccontare come il diritto entra nei fatti di cuore, di relazione e di sesso. Un libro leggibile, verrebbe da dire straordinariamente godibile che suggerisce quanto il diritto sia lontano dal grigio nel quale normalmente lo si relega e sia capace – e, anzi, destinato – a tingersi di rosso e di ogni altro colore che caratterizza la nostra esistenza terrena nella dimensione fisica come in quella digitale. Cosa significa tradire, inizia con il chiedersi l’Autrice? “Nella mitologia – sottolinea Zipponi – era sempre associato a un’unione fisica, carnale. I suoi confini erano nettamente definiti. Non c’era l’idea oggi diffusa dell’infedeltà come mancanza morale, come vicinanza psichica a un altro soggetto, come forte relazione di affetto che lede la dignità del coniuge. Era un fatto di corpi, di amplessi, di rapporti consumati carnalmente. Oggi, invece, i confini della fedeltà e dell’infedeltà sono molto più elastici, confusi, anche a causa della crescente lontananza fisica (vicinanza digitale) tra le persone”. Per noi, oggi, tradire non richiede un corpo. E’ qualcosa che può accadere al di là della carne. Un pensiero e una riflessione che trascendono il soggetto del libro e sono applicabili a tutte le condotte immateriali caratteristiche della dimensione digitale a cominciare da quelle di violazione della privacy: immateriali sì, ma non per questo meno gravi, meno violente, meno lesive dei diritti e soprattutto della dignità delle persone. Un tradimento è un tradimento, fa male, rompe un patto di fedeltà, lede un’intesa, un rapporto di fiducia a prescindere dalla sua forma e, come ci ricorda l’autrice, è rilevante, anche nella dimensione giuridica, anche quando manca di fisicità. Nel mondo del diritto, il concetto di fedeltà – ricorda l’Autrice – muta a seconda che la prospettiva sia quella del diritto canonico o del diritto civile. Per il primo, la fedeltà è uno dei beni del matrimonio attraverso cui “il nubende fa alla controparte il dono esclusivo del suo corpo”. Per il secondo, invece, il concetto è più ampio e corrisponde ad un “impegno globale di devozione che presuppone una comunione spirituale tra i coniugi, volto a garantire e consolidare l’armonia interna tra essi”. Non solo. A cambiare sono anche le dinamiche del tradimento – sottolinea ancora Selina Zipponi. Dinamiche oggi sempre più digitali e le domande che sorgono da tali mutamento sono: Il tradimento digitale , caratterizzato dalla sola comunicazione online, può essere qualificato come violazione del dovere di fedeltà? Sì secondo la Corte di Cassazione, secondo la quale chi flirta sui social network può subire una domanda di separazione giudiziale con addebito esattamente come per l’adulterio reale. Per la Cassazione, cercare relazioni extraconiugali su internet costituisce una violazione dell’obbligo di fedeltà, una circostanza capace di compromettere la fiducia tra i coniugi, sfociando nella crisi matrimoniale. L’equiparazione tra il reale ed il digitale – continua nel suo ragionamento l’Autrice – potrebbe apparire sproporzionata, ma è fondamentale per la tutela degli individui. E naturalmente ha ragione, come proviamo a ricordare ogni giorno confrontandoci con centinaia di casi nei quali, il corpo non c’entra, la fisicità resta lontano, ma la semplice circolazione non autorizzata di dati, informazioni, talvolta immagini e video sono capaci letteralmente di distruggere la vita di una persona. “Io che non amo solo te” è uno strumento prezioso per muoverci all’interno di vecchie e nuove realtà con maggiore responsabilità e consapevolezza: capire quando è bene fermarci prima di travolgere la nostra vita e quella di chi ci sta intorno. Ma è anche una lettura piacevole, una compagna di viaggio per un week end sotto l’ombrellone nel quale se c’è una certezza e che non vi verrà neppure lontanamente voglia di tradire!