Le iniziative delle altre Autorità

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“L’Olanda multa Uber per violazione delle norme sulla privacy”

Il 31 gennaio 2024 l’Autorità Olandese per la Protezione dei Dati (AP) ha annunciato di aver inflitto una multa di 10 milioni di euro a Uber Technologies.

Secondo l’Autorità, la società Uber, nel periodo compreso tra il 2018 e il febbraio 2022, non sarebbe stata chiara relativamente alla gestione dei dati personali dei conducenti europei e non avrebbe indicato con sufficiente trasparenza nei Terms&Conditions le tempistiche di conservazione dei loro dati. Inoltre la società californiana, sempre in violazione dei principi di trattamento e di trasparenza ai sensi del Regolamento Generale Europeo sulla Protezione dei Dati, non avrebbe chiarito in quali paesi extraeuropei Uber avesse trasferito i dati dei drivers.

Uber avrebbe anche impedito ai conducenti, che effettuavano corse tramite l’app dell’azienda, di conoscere le informazioni che li riguardavano poiché il modulo per richiedere l’accesso ai propri dati non era facilmente visibile nel menu dell’applicazione.  

Aleid Wolfsen, presidente dell’AP, in una nota ha affermato: “I conducenti hanno il diritto di sapere come Uber gestisce i loro dati personali. Tuttavia, Uber non lo ha spiegato con sufficiente chiarezza. Avrebbe dovuto informare meglio e più diligentemente i suoi conducenti al riguardo. La trasparenza è una parte fondamentale della protezione dei dati personali. Se non sai come vengono gestiti i tuoi dati personali, non puoi determinare se sei svantaggiato o se sei trattato ingiustamente. E non puoi difendere i tuoi diritti”.

L’AP ha avviato il procedimento dopo che più di 170 conducenti francesi si erano lamentati con l’organizzazione francese per i diritti umani “Ligue des droits de l’Homme et du citoyen “(LDH), che a sua volta ha poi presentato un reclamo all’Autorità francese per la protezione dei dati (CNIL). Tuttavia Uber ha la sua sede europea nei Paesi Bassi e conseguentemente la segnalazione è stata  inoltrata dalla CNIL all’AP olandese.

Nel determinare l’importo della sanzione, l’Autorità di protezione dei dati ha tenuto conto delle dimensioni della società e della gravità della condotta contestata. Al momento delle violazioni Uber aveva circa 120.000 conducenti attivi n tutta Europa.

La società californiana ha presentato ricorso avverso il provvedimento dell’AP.