Le iniziative delle altre Autorità

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“ICO: i localizzatori GPS sui migranti ledono la privacy”


L’Information Commissioner’s Office (“ICO”) del Regno Unito, il 1°Marzo, ha pubblicato un comunicato stampa sul proprio sito con cui ha annunciato di aver emesso un avvertimento formale nei confronti del Ministero dell’Interno per non avere rispettato la normativa in materia di protezione dei dati. Nello specifico l’ICO contesta al Dipartimento ministeriale del governo del Regno Unito responsabile per l’immigrazione, la sicurezza e l’ordine pubblico, di non aver valutato correttamente i rischi privacy nel progetto pilota che prevede di dotare ciascun immigrato di un braccialetto elettronico alla caviglia con localizzatore GPS.
Il Governo britannico attraverso il programma di monitoraggio elettronico della durata di 18 mesi voleva tenere traccia della posizione GPS dei migranti richiedenti asilo arrivati nel Regno Unito e, al contempo, sperimentare un modello di controllo alternativo nei confronti di quei soggetti che non potevano essere detenuti a causa della carenza di alloggi per i rifugiati.
Tuttavia l’ICO ha definito fortemente invasiva questa modalità di tracciamento e ha ritenuto che il Ministero dell’Interno non ha saputo:
valutare le numerose violazioni della normativa sulla protezione dei dati, con particolare riferimento alla raccolta continua di informazioni sulla posizione dei migranti;
considerare il potenziale impatto sulla vulnerabilità dei migranti, a causa del loro status;
fornire informazioni chiare e facilmente accessibili sul trattamento dei dati, ad esempio le finalità del trattamento, le modalità e i tempi di conservazione dei dati;
A valle della pubblicazione del comunicato stampa il Commissario per l’Informazione del Regno Unito, ha dichiarato: “Avere accesso ai movimenti di una persona 24 ore su 24, 7 giorni su 7, è altamente intrusivo, in quanto è probabile che riveli molte informazioni, (…) la religione, la sessualità o lo di salute. La mancanza di chiarezza su come queste informazioni saranno utilizzate può anche inavvertitamente inibire i movimenti delle persone e la libertà di prendere parte alle attività quotidiane.”
Sebbene il progetto pilota si sia concluso a dicembre 2023, il Ministero dell’Interno continuerà ad avere accesso ai dati raccolti fino a quando questi non verranno eliminati o resi anonimi. L’ICO auspica che il Ministero dell’Interno aggiorni al più presto le sue policy interne in relazione ai dati conservati durante il programma di monitoraggio GPS.
L’iniziativa dell’ICO ci ricorda che i migranti hanno gli stessi diritti di tutti gli altri cittadini in materia di protezione dei dati.