Privacy Daily

PRIVACY DAILY 42/2023

Le Telco europee sfidano le Big Tech americane sul campo della pubblicità online. La Commissione Europea ha approvato la creazione di una una joint venture tra Deutsche Telekom AG, Orange SA, Telefónica SA e Vodafone Group PlcA, che si propone di implementare una piattaforma tecnologica di marketing digitale privacy-by-design. E ciò potrebbe portare significativi benefici a consumatori, inserzionisti ed editori. La creazione di questa nuova entità è stata approvata e ritenuta conforme alla disciplina in materia di concentrazioni derivante dal diritto dell’UE. “L’operazione, così come notificata, non ridurrà in modo significativo la concorrenza nei mercati francese, tedesco, italiano e spagnolo”, ha dichiarato la Commissione Europea. Le quattro società deterranno quote uguali del 25% in una holding di nuova costituzione, che avrà sede in Belgio e sarà gestita da un management indipendente sotto la supervisione di un consiglio di sorveglianza nominato dagli azionisti. La joint venture è il risultato di un progetto per sviluppare una soluzione tecnologica per la pubblicità digitale in Europa. La piattaforma è stata progettata fin dall’inizio per essere conforme alle norme europee sulla protezione dei dati, come il GDPR e la direttiva ePrivacy. I partner hanno già avviato una sperimentazione in Germania. Si stanno valutando altre sperimentazioni in Francia e Spagna per sviluppare ulteriormente la piattaforma, che si intende rendere disponibile a qualsiasi operatore in Europa. La piattaforma di prova richiede il consenso esplicito del consumatore per attivare le comunicazioni dei marchi attraverso gli editori. L’unico dato condiviso è un token digitale pseudonimo che non può essere decodificato. I consumatori sono liberi di scegliere o negare il consenso con un solo clic, nonché di revocare qualsiasi altro consenso dato sul sito web del marchio o dell’editore, o tramite un portale dedicato e facilmente accessibile.

In arrivo importanti controlli sul rispetto degli obblighi di pubblicazione in Andalusia. Il Consiglio andaluso per la trasparenza e la protezione dei dati si è impegnato a verificare – nel biennio 2023-2024 – “la pubblicazione delle informazioni relative agli alti funzionari e alle persone che esercitano la massima responsabilità nell’ambito dell’amministrazione del Governo regionale andaluso, dei consigli provinciali, dei comuni capoluogo di provincia e di altri comuni altamente popolati”. Questa è una delle linee d’azione incluse nel Piano di controllo e ispezione sulla pubblicità approvato dal Consiglio. Come chiarito nel documento, la “publicidad activa”, disciplinata dalla Legge 1/2014 sulla Trasparenza Pubblica dell’Andalusia, consiste, “fondamentalmente, nella pubblicazione, periodica, veritiera, obiettiva e aggiornata, da parte dei soggetti inclusi nell’ambito di applicazione della norma, delle informazioni pubbliche la cui conoscenza è rilevante per garantire la trasparenza della propria attività”. Secondo quanto riportato, il Piano di controllo e ispezione è articolato in tre linee di azione fondamentali: verifica della corretta pubblicazione di informazioni sugli alti funzionari e sulle persone che esercitano la massima responsabilità nell’ambito dell’amministrazione; verifica della pubblicazione dei verbali delle sedute plenarie degli enti locali; verifica del rispetto degli obblighi di pubblicazione relativamente ai soggetti che ricevono sovvenzioni superiori a 100.000 euro. La sua attuazione terrà conto dell’implementazione, da parte dell’ente che lo ha approvato, di un questionario per la valutazione degli obblighi di “publicidad activa”, disponibile sul sito web del Consiglio per la trasparenza e la protezione dei dati personali dal mese di giugno. Il Consiglio avverte, però, che, se a seguito dell’attuazione del Piano si dovessero rilevare possibili violazioni della normativa sulla trasparenza, si avvieranno le relative procedure per stabilire se, ai sensi dell’articolo 23 della Legge sulla Trasparenza Pubblica dell’Andalusia, procedere a emettere “prescrizioni per porre rimedio alle suddette violazioni”.

Forti critiche ad Apple da parte delle associazioni per la tutela dell’infanzia e della polizia britannica. La pietra dello scandalo è stata la nuova impostazione della privacy che potrebbe potenzialmente ostacolare i tentativi di consegnare pedofili e terroristi alla giustizia. La funzione “private relay” rende, infatti, totalmente segreta la maggior parte del traffico web sugli iPhone o iPad che utilizzano il servizio: anche ottenendo un ordine dell’autorità giudiziaria per accedere al traffico Internet, non ci sarebbero informazioni disponibili. Ciò rende molto più difficile rintracciare e perseguire i reati. Il private relay utilizza una doppia crittografia in modo che nessuna azienda possa collegare un sito a un utente. Apple offre questa funzione per impedire ai siti di social media di tracciare le attività online degli utenti per profilarli e offrire loro pubblicità personalizzate. Ma le forze di polizia e le associazioni per la tutela dell’infanzia nutrono serie preoccupazioni. Anna Edmundson, head of policy dell’NSPCC, ha dichiarato: “I reati sessuali online contro i minori sono a livelli record, con oltre 100 crimini al giorno registrati dalla polizia in Inghilterra e Galles lo scorso anno. L’introduzione di funzioni come il relay privato rafforza l’idea errata che ci debba essere un compromesso tra la privacy e l’interruzione degli abusi sui minori”.  Anche un portavoce del National Police Chiefs’ Council ha dichiarato: “La crittografia end-to-end rende le indagini sui crimini online molto più difficili. Mentre continuiamo a perseguire coloro che abusano e sfruttano i bambini online, ribadiamo la nostra richiesta che le aziende tecnologiche facciano di più in questo settore”. Apple ha dichiarato che il relay privato è uno dei tanti modi in cui protegge la privacy degli utenti, aggiungendo che è sua intenzione continuare a collaborare con la polizia e le associazioni. Peraltro, metà degli smartphone nel Regno Unito è rappresentato da iPhone, ma il private relay non è utilizzato da tutti, poiché richiede un abbonamento. In questo contesto, l’Online Safety Bill, in discussione al Parlamento di Westminster, potrà essere non solo un’opportunità per incentivare gli investimenti in soluzioni che proteggono la privacy e la sicurezza dei minori, ma anche per trovare un giusto bilanciamento.

English version

European Telcos challenge American Big Tech in the field of online advertising. The European Commission has approved the creation of a joint venture between Deutsche Telekom AG, Orange SA, Telefónica SA and Vodafone Group Plc, which aims to implement a privacy-by-design digital marketing technology platform. And this could bring significant benefits to consumers, advertisers and publishers. The creation of this new entity was approved and deemed compliant with EU merger law. “The transaction, as notified, will not significantly reduce competition in the French, German, Italian and Spanish markets,” said the European Commission. The four companies will hold equal shares of 25 percent in a newly created holding company, which will be based in Belgium and managed by independent management under the supervision of a supervisory board appointed by the shareholders. The joint venture is the result of a project to develop a technology solution for digital advertising in Europe. The platform was designed from the start to be compliant with European data protection regulations, such as GDPR and the ePrivacy Directive. The partners have already started a trial in Germany. Further trials are being evaluated in France and Spain to further develop the platform, which is intended to be made available to any operator in Europe. The trial platform requires the explicit consent of the consumer to activate brand communications through publishers. The only data shared is a pseudonymous digital token that cannot be decoded. Consumers are free to choose or withhold consent with a single click, as well as to revoke any consent given on the brand or publisher’s website, or via a dedicated and easily accessible portal.

Important checks on compliance with publication obligations are coming up in Andalusia. The Andalusian Council for Transparency and Data Protection has undertaken to verify – in the two-year period 2023-2024 – ‘the publication of information relating to senior officials and persons exercising the highest responsibility within the administration of the Andalusian Regional Government, provincial councils, provincial capitals and other highly populated municipalities’. This is one of the lines of action included in the Publicity Control and Inspection Plan approved by the Council. As clarified in the document, the ‘publicidad activa’, regulated by Law 1/2014 on Public Transparency of Andalusia, consists, ‘fundamentally, in the publication, periodic, truthful, objective and up-to-date, by the entities included in the scope of application of the regulation, of the public information whose knowledge is relevant to guarantee the transparency of their activities’. According to reports, the Control and Inspection Plan is divided into three basic lines of action: verification of the correct publication of information on senior officials and persons exercising the highest responsibility within the administration; verification of the publication of minutes of plenary meetings of local authorities; and verification of compliance with publication obligations with regard to entities receiving subsidies exceeding 100,000 euro. Its implementation will take into account the implementation, by the approving entity, of a questionnaire for the evaluation of ‘publicidad activa’ obligations, available on the website of the Council for Transparency and Personal Data Protection since June. The Council warns, however, that if, as a result of the Plan’s implementation, possible violations of the Transparency Law are detected, the relevant procedures will be initiated to determine whether, in accordance with Article 23 of Andalusia’s Public Transparency Law, to issue ‘prescriptions to remedy the said violations’.

Strong criticism of Apple from child protection associations and the British police. The bone of contention was the new privacy setting that could potentially hinder attempts to bring paedophiles and terrorists to justice. The ‘private relay’ function in fact renders most web traffic on iPhones or iPads using the service totally secret: even if a court order was obtained to access the Internet traffic, there would be no information available. This makes it much more difficult to trace and prosecute crimes. Private Relay uses double encryption so that no company can link a site to a user. Apple offers this feature to prevent social media sites from tracking users’ online activities in order to profile them and offer them personalised advertisements. But police forces and child protection associations have serious concerns. Anna Edmundson, head of policy at the NSPCC, said: ‘Online sexual offences against children are at record levels, with over 100 crimes a day recorded by police in England and Wales last year. The introduction of features such as private relay reinforces the misconception that there must be a trade-off between privacy and stopping child abuse.” A spokesman for the National Police Chiefs’ Council also said: ‘End-to-end encryption makes investigating online crimes much more difficult. While we continue to prosecute those who abuse and exploit children online, we reiterate our call for technology companies to do more in this area.” Apple stated that private relay is one of many ways it protects users’ privacy, adding that it is its intention to continue working with the police and associations. Moreover, half of all smartphones in the UK are iPhones, but private relay is not used by everyone, as it requires a subscription. In this context, the Online Safety Bill, under discussion in the Westminster Parliament, may not only be an opportunity to incentivise investment in solutions that protect children’s privacy and security, but also to strike the right balance.