Governare il futuro

Governare il futuro – No ai dati biometrici per entrare a un concerto

“Per molti di noi, i concerti e gli eventi dal vivo sono alcune delle esperienze più memorabili e belle della nostra vita. La diffusione di strumenti di sorveglianza biometrica come le scansioni dei palmi della mano e il riconoscimento facciale ora minaccia di distruggerle, trasformandole in occasioni per furti di identità, molestie da parte delle forze dell’ordine a cittadini onesti o arresti sbagliati”.

Dice così una lettera aperta appena inviata da un lungo elenco di organizzazioni per la tutela dei diritti umani e alcuni artisti del panorama musicale americano a Amazon e ai gestori di alcuni dei templi sacri della musica Usa.

Non è andato giù a molti, negli Stati Uniti, l’annuncio del Red Rock Amphitheater, un autentico tempio dei concerti americano, dove si sono esibiti praticamente tutte le leggende della musica da Beatles a Jimi Hendrix passando per i Blues Brothers e chi più ne ha più ne metta di aver intenzione di installare, ai suoi ingressi, One Amazon, il dispositivo della società di Bezos per la scansione dei palmi della mano come soluzione per il controllo degli accessi degli spettatori senza biglietto.

Il gioco non vale la candela secondo i firmatari della lettera.

La semplicità di ingresso, la comodità, l’estrema usabilità della soluzione non valgono a giustificare una tanto massiccia raccolta di dati biometrici che per un verso resterebbero inesorabilmente esposti al rischio di furti e aggressioni e, per altro verso, rischierebbero di esporre milioni di persone ogni anno al rischio di veder la propria libertà limitata e compromessa per colpa dell’errore di un algoritmo che potrebbe confonderli con un pericoloso criminale o, semplicemente, con un ospite violento e sgradito a un concerto.

Ed è muovendo da questa premessa che artisti e organizzazioni non governative hanno chiesto, senza mezze misure, al Red Rock Amphitheater e a una serie di altre analoghe mete per gli appassionati di musica e concerti di fare marcia indietro e risolvere ogni contratto con Amazon per l’utilizzo della tecnologia in questione così come di rinunciare a puntare sui teatri gli occhi diversamente intelligenti delle soluzioni di riconoscimento facciale.

Difficile dare torto ai firmatari della lettera.

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