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“I poteri privati nell’era digitale. Libertà costituzionali, regolazione del mercato, tutela dei diritti”, di Elia Cremona (Edizioni scientifiche italiane)

“I poteri privati nell’era digitale. Libertà costituzionali, regolazione del mercato, tutela dei diritti” di Elia Cremona (Edizioni scientifiche italiane) indaga in maniera originale il fenomeno del potere privato delle grandi piattaforme digitali assumendo come punto di vista quello del diritto costituzionale. Il volume di Cremona consta di tre parti. La prima analizzata con grande ampiezza il potere privato delle grandi piattaforme digitali delineando quella nuova forma di potere di fatto che, nell’era digitale, è capace di condizionare i diritti e le libertà e la sovranità stessa degli Stati. I vari termini e condizioni d’uso dei servizi, di vendita dei prodotti, hanno una capacità ordinamentale pari, se non superiore, a quelle delle tradizionali norme che promanano da soggetti pubblici: nessun utente è davvero in grado di “negoziare” tali clausole contrattuali, ma deve accettarle, pena la rinuncia del servizio. Nella seconda parte si da’ conto dell’enorme sforzo regolatorio compiuto dall’Unione Europea tramite l’adozione di un considerevole novero di atti orientati a disciplinare il Digital Single Market. Ampia è anche la documentazione che riguarda decisioni giudiziarie e provvedimenti delle Autorità di regolazione. La terza parte del volume è sostanzialmente de iure condendo, con uno sguardo d’insieme, nel quale la congenita tensione tra l’esigenza di tutelare i diritti e quella di “lubrificare” il funzionamento del mercato sembra risolversi spesso in favore della seconda al punto di potersi parlare di una costituzionalizzazione “debole” del diritto privato europeo dell’era digitale, avvenuta più sul piano formale, delle fonti di produzione giuridica, che sul piano sostanziale, della tutela dei diritti fondamentali. Nelle conclusioni, l’autore evidenzia come l’attuale risposta ordinamentale pubblica all’erompere dei poteri privati nell’ambiente digitale appaia oggi farragionsa e occorra ormai avviarsi un vero cambiamento di paradigma. A tal proposito, nel capitolo VI, Cremona suggerisce una coregolazione pubblico-privata di tipo circolare, aperta da un soggetto pubblico che fissi principi generali e chiusa da un sistema di enforcement pubblicistico che veda protagoniste le autorità amministrative indipendenti. L’autore, infatti, propende per l’idea che potere e responsabilità debbano essere saldati e che, in un certo modo, non c’è potere senza responsabilità. Richiamando Paul Ricoeur e Lévians “il richiamo, l’ingiunzione, anche la fiducia che derivano dal fragile fanno sì che sia sempre un altro a dichiararci responsabili: o meglio a renderci responsabili o, come dice Lévinas, a chiamarci alla responsabilità. Un altro, contando su di me, mi rende responsabile dei miei atti”.