TOS più lunghi di Harry Potter: dire tanto per non dire nulla

aggiornato il 2 Dicembre 20207 Novembre 2020

Una ricerca che rimbalza dall’Inghilterra ricorda un problema irrisolto della nostra vita online.
Accettiamo termini d’uso e informative sulla privacy che non abbiamo letto e che, in effetti, sembrano spesso scritte per non essere lette.

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È il luogo non-luogo nel quale condividere quello che faccio, quello che scrivo, quello che penso ma, soprattutto, per stimolare un confronto e un dialogo con addetti ai lavori e non, raccogliere spunti di riflessione, critiche (auspicabilmente costruttive) e commenti su come provare a fare meglio il mio lavoro.

Un luogo volutamente informale, un mezzo attraverso il quale provare, giorno dopo giorno, a far tracimare il diritto alla privacy fuori dal circolo di chi si occupa di privacy per mestiere e portare uno dei diritti più preziosi di tutti i tempi tra le persone che non lo conoscono perché, come ci disse Umberto Eco, il nostro lavoro – quello delle autorità di protezione dei dati personali – è tanto quello di far conoscere la privacy a chi non la conosce tanto quello di difendere la privacy di chi la conoscere e ci chiede tutela.