“I nostri dati personali sono le tessere che compongono il mosaico che rappresenta la nostra identità personale, tanto nella dimensione fisica quanto in quella digitale. Questo vale ancora di più per i bambini e i ragazzi perché parte del loro futuro dipende da quello che i dati personali “racconteranno” di loro. È per questo che occorre interrogarsi su fenomeni che spopolano sulle piattaforme social, come lo sharenting o la nascita di baby influencer. Bambini al di sotto dei 13 anni che non potrebbero accedere a queste piattaforme, ma che grazie ai propri genitori non solo hanno pagine dedicate e postano contenuti, ma sono diventati delle vere e proprie star pagate e sponsorizzate. Bambini che crescendo potranno essere presi in giro dai compagni di scuola e bullizzati per quel video che li ritraeva sul vasino a forma di astronave perché i propri genitori non hanno riflettuto sulle conseguenze della sovraesposizione digitale. Tutti noi dovremmo avere chiaro in mente che la privacy dei più piccoli non ha prezzo e che se essi ne vengono spogliati nei primi anni di vita difficilmente la riconquisteranno da adulti”.
Ringrazio Luiss Guido Carli University Hub di Milano e D DIKE per l’invito a partecipare al Convegno dedicato all “Influencer marketing e alle strategie di sviluppo e tutela di brand e minori” e per gli interessanti spunti che ne sono emersi.
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