cosedagarante, Governare il futuro

C’eravamo tanto amati. Un’idea semplice di Snapchat

Capita nella vita reale e capita nella dimensione social.

Si condivide un pezzo di strada, poi ci si allontana, per caso o per scelta.

E non è detto che si voglia che chi abbiamo incrociato sul nostro cammino si faccia i fatti nostri per sempre.

Snapchat, uno dei socialnetwork per immagini più famosi della galassia digitale, ha, proprio per questo, lanciato – per ora per i sistemi Android ma sarà a breve disponibile anche per quelli IOS – una funzionalità che suggerisce periodicamente agli utenti di controllare che la lista delle persone con le quali ha scelto di condividere le storie e i contenuti pubblicati online corrisponda ai propri desideri attuali.

Sarà capitato, infatti, un po’ a tutti, nella dimensione social, di ricevere una richiesta di amicizia – per dirla come i social ci hanno impropriamente insegnato a definirla – accettarla, poi dimenticarsi di averlo fatto e, quindi, a distanza di tempo, pentircene e pensare che, in fondo non vorremmo più che il nostro presente sia condiviso con una persona che appartiene al nostro passato o, anche, che non è mai appartenuta neppure al nostro passato.

O, più semplicemente, capita che, in momenti diversi della nostra vita, si abbia voglia di condividere idee, fatti e piccoli gesti quotidiani della nostra esistenza con una cerchia di persone più ristretta rispetto al passato.

Più o meno tutte le piattaforme social in circolazione consentono, con livelli diversi di difficoltà, di ripensarci e restringere la cerchia degli amici con i quali condividere i contenuti in ogni momento.

Ma ora Snapchat aggiunge qualcosa in più: un servizio semplice e intuitivo di invito a pensare se vogliamo cambiar qualcosa nell’elenco delle persone con le quali condividiamo la nostra vita.

Niente di rivoluzionario intendiamoci, niente di davvero capace di fare la differenza nella gestione, non sempre facile, della vita nella dimensione social ma un piccolo passo importante nella direzione giusta perché, nella sostanza, la forza della usabilità delle interfacce che ci suggerisce quotidianamente di condividere sempre di più e sempre con più persone, questa volta, viene messa al servizio di un invito alla riflessione, alla ponderazione, a prenderci un attimo per pensare a se vorremmo rivedere qualcosa delle decisioni prese in passato.

Una strada sulla quale, probabilmente, vale la pena lavorare.

La stessa tecnologia, lo stesso design, le stesse interfacce che ci spingono a condividere compulsivamente tanto, tutto talvolta con tutti che ci invitano a prenderci un attimo per riflettere e ci aiutano poi a rendere facile un’operazione di progressiva riconquista della nostra sfera personale.

Le buone notizie tirano sempre meno di quelle cattive ma vanno comunque date perché possono essere contagiose e perché ci aiutano a capire che una dimensione social diversa da come la conosciamo è possibile.