Quando si chiede a una persona il consenso a trattare i suoi dati personali perché siano dati in pasto a un algoritmo chiamato ad assumere una qualche decisione il consenso non è valido se la persona non è adeguatamente informata delle logiche alla base dell’algoritmo.
È la sintesi di una bella Sentenza depositata nei giorni scorsi dai Giudici della Corte di Cassazione.