Della cicatrice francese e di altri demoni da tenere lontano dalla portata dei bambini

L’ultimo allarme lo ha appena lanciato l’Autorità Antitrust italiana aprendo un’istruttoria nei confronti di TikTok nell’ambito della quale contesta alla società di non aver fatto abbastanza per evitare che tra i suoi video spopolassero quelli che invitano i più giovani a farsi l’ormai drammaticamente celebre “cicatrice francese”, diventata, in qualche mese, protagonista di una delle tante challenge che impazzano sui social di tutto il mondo: qui vince chi si crea l’ematoma più visibile, più grave, più simile a una vera cicatrice.

Se vuoi leggere il mio pezzo nella rubrica Governare il futuro su HuffingtonPost lo trovi qui

Panorama: Il lato nero di Tik Tok

È da leggere l’inchiesta di Carmine Gazzanni e Flavia Piccinni pubblicata sul numero di Panorama in edicola. Un viaggio durissimo nel mondo delle challenge che impazzano su Tik Tok – e, per la verità, non solo u Tik Tok – e che hanno per protagonisti bambini e adolescenti che, nella più parte dei casi, non dovrebbero, considerata la loro età neppure entrare nella piattaforma social riservata a chi ha almeno tredici anni.

I racconti dei genitori sono autentici cazzotti nello stomaco e raccontano di come nessuno di noi, da genitore o, anche, semplicemente da adulto, può sentirsi estraneo al problema.

Ragazzini che si ustionano a forza di spruzzarsi addosso deodoranti, altri che sfidano la morte piazzandosi in mezzo alla strada in attesa che passi un camion nella speranza di riuscire a spostarsi all’ultimo momento, altri ancora che si sfidano – e sfidano la morte – soffocandosi fino a perdere i sensi o appiccando le fiamme più alte con alcol e accendini.

Ma il punto non è TIK Tok. Il punto è che è arrivato il momento di accettare l’idea che ci sono luoghi-non luoghi di Internet che non possono restare aperti a chi non l’età per frequentarli perché altrimenti i rischi sono troppo elevati.