Multe troppo trasparenti: “La PA può essere efficiente senza violare i dati dei cittadini”

Nuovo appuntamento con la rubrica #iprovvedimentispiegatisemplice su Agenda Digitale – Digital360,| dove provo a raccontare in modo semplice, attraverso immagini e una manciata di parole scritte e parlate, il contenuto di alcuni dei provvedimenti adottati dall’Autorità Garante per la protezione dei dati personali.

Guarda il video. Clicca qui per leggere il provvedimento sul caso Ica S.r.l..

Governare il futuro – Ora l’intelligenza artificiale (sui monopattini) rispetta il codice della strada

I primi monopattini intelligenti e rispettosi del codice della strada sono sbarcati in Australia. Limiti di velocità e divieti di sosta non si violano più.

Per ora si tratta di poco più di un esperimento di una tra le tante società che noleggiano monopattini elettrici, ma se avesse successo non è difficile prevedere che si diffonderebbe in fretta.

I monopattini della Beam che circolano per le strade di alcune delle maggiori città australiane da qualche settimana rispettano autonomamente i limiti di velocità, vanno più forte sulle piste a loro dedicate, rallentano sulla strada e vanno ad una velocità minima sui marciapiedi, e non solo. Impediscono agli utenti non solo di parcheggiare in divieto di sosta, ma anche di parcheggiare in maniera tale da essere di ostacolo ai pedoni o ai proprietari di autovetture in sosta e adeguano anche la loro andatura a seconda che il manto stradale sia asciutto o bagnato, integro o danneggiato.

Un bel passo avanti in fatto di sicurezza stradale ed una conferma probabilmente non necessaria che l’intelligenza artificiale può effettivamente dare un contributo importante in fatto di sicurezza sulle strade.

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Privacy Daily – 24 marzo 2022

New York: il database con il DNA di 31 mila newyorkesi

La Legal Aid Society ha intentato una causa federale accusando il dipartimento di polizia di New York di aver raccolto di nascosto materiale genetico di 31 mila newyorkesi e di averlo archiviato in un database.

https://www.cbsnews.com/news/nypd-dna-rogue-database-lawsuit-legal-aid-society/


EFF esorta la Commissione europea a non indebolire la crittografia

L’Eletronic Frontier Foundation (EFF) assieme all’European Digital Rights (EDRi) e a decine di altre organizzazioni per le libertà civili e i diritti umani, ha inviato una lettera per chiedere ai Commissari UE di non dare seguito alla proposta che si tradurrebbe in un indebolimento della crittografia end to end al fine di tutelare la privacy e la sicurezza dei cittadini.

https://www.eff.org/deeplinks/2022/03/eff-tells-eu-commission-dont-break-encryption


A che punto è la legislazione sulla privacy negli USA – La mappa elaborata da IAPP

L’IAPP Westin Research Center tiene continuamente traccia delle proposte di legge sulla privacy avanzate e promulgate da tutti gli Stati Uniti per offrire un panorama sempre aggiornato sulla legislazione privacy.

https://iapp.org/resources/article/us-state-privacy-legislation-tracker/

Data breach: “Ecco perché non bisogna aver paura di informare gli interessati”

Se vi sono i presupposti, bisognerebbe sempre procedere alla notifica di una violazione agli interessati non solo perché lo impone la legge quanto perché è la cosa giusta da fare. La decisione del Garante privacy nel caso Minelli Spa.

Guarda il mio video intervento su Agenda Digitale.

Privacy Daily – 23 marzo 2022

Come le società di sorveglianza utilizzano la guerra

La Reuters ha riferito che l’Ucraina ha iniziato a utilizzare il riconoscimento facciale di Clearview AI durante la guerra.

https://www.reuters.com/technology/exclusive-ukraine-has-started-using-clearview-ais-facial-recognition-during-war-2022-03-13/


Biden rafforza la sicurezza informatica degli Stati Uniti contro le minacce russe

Il presidente Joe Biden ha esortato le aziende a “rafforzare immediatamente le difese informatiche” per elevato rischio di attacchi informatici a causa della guerra russo-ucraina.

https://www.politico.com/news/2022/03/21/biden-russia-cyberattacks-00018942


USA – India prospettive di cooperazione sui flussi di dati

Il Consiglio Atlantico ha pubblicato un documento politico che delinea la necessità per le delegazioni statunitensi e indiane di definire politiche per flussi di dati transfrontalieri.

https://www.atlanticcouncil.org/in-depth-research-reports/issue-brief/trading-in-us-india-data-flows-prospects-for-cooperation-in-us-india-data-policy

Privacy Daily – 22 marzo 2022

EDPB: le Linee guida sui “dark pattern”

L’EDPB ha pubblicato le Linee guida sui cosiddetti “dark pattern” sulle piattaforme dei social media e sulle loro potenziali violazioni del Regolamento UE.

https://edpb.europa.eu/our-work-tools/documents/public-consultations/2022/guidelines-32022-dark-patterns-social-media_en


Come l’UE sta combattendo i giganti delle tecnologia con Margrethe Vestager

Margrethe Vestager nominata commissario alla concorrenza della Commissione europea nel 2014 e vicepresidente esecutivo nel 2019, ha portato avanti cause antitrust contro Apple, Google, Meta, Amazon. Ora, con l’UE punta ad attuare il Digital Markets Act e prepara le sue prossime mosse. L’intervista su The Verge.

https://www.theverge.com/22981261/margrethe-vestager-decoder-antitrust-eu-apple-facebook-google-jedi-blue


Uno sguardo all’uso dell’intelligenza artificiale in ambito sanitario

L’uso esteso dell’IA nell’assistenza sanitaria ha generato un’attenzione significativa sui rischi e le salvaguardie per la privacy e la sicurezza dei dati, si legge sulla Reuters.

https://www.reuters.com/legal/litigation/data-privacy-artificial-intelligence-health-care-2022-03-17/

Privacy Daily – 21 marzo 2022

Per il tribunale federale della Virginia il mandato di Geofence viola la Costituzione

Un tribunale distrettuale federale ha ritenuto che il mandato utilizzato per identificare tutti i dispositivi nell’area di una rapina in banca, compreso quello dell’imputato, “viola chiaramente i diritti sanciti dal [quarto] emendamento”.

https://www.eff.org/deeplinks/2022/03/federal-court-virginia-holds-geofence-warrant-violates-constitution


Non usi un gestore di password? Ecco perché dovresti pensarci

Uno studio del National Cyber Security Center (NCSC) del Regno Unito ha sottolineato come milioni di persone utilizzino come password il nome del proprio animale domestico, delle squadre di calcio, la “password” e “123456” per accedere ai servizi online. Niente di più rischioso per i propri dati, riporta il The Guardian.

https://www.theguardian.com/technology/2022/mar/19/not-using-password-manager-why-you-should-online-security


Ucraina: aperta istruttoria del Garante Privacy su antivirus Kaspersky

Il Garante per la protezione dei dati personali ha aperto un’istruttoria per valutare i potenziali rischi relativi al trattamento dei dati personali dei clienti italiani effettuato dalla società russa che fornisce il software antivirus Kaspersky.

https://www.garanteprivacy.it/home/docweb/-/docweb-display/docweb/9754469

La privacy secondo te: la parola a Monica Boggioni

Nella puntata di questa settimana de La privacy secondo te, la rubrica con Italian Tech, abbiamo chiesto alla campionessa azzurra di nuoto Monica Boggioni, medaglia di bronzo ai Giochi Paralimpici di Tokyo 2020, che cosa significa per lei privacy. Durante l’intervista abbiamo anche parlato del recente furto d’identità online di cui è stata vittima e dei rischi della rete.

Guarda il video qui.

Governare il futuro – Il Parlamento europeo apre un’inchiesta sull’uso di Pegasus

Il Parlamento Europeo la settimana scorsa ha istituito una commissione d’inchiesta per verificare se e quale tra i governi europei ha utilizzato il software spia Pegasus sviluppato dalla società israeliana NSO Group.

Pegasus è in grado di garantire a chi lo usa il controllo, più o meno assoluto, degli smartphone sui quali viene installato e per questa via di consentire qualsiasi genere di raccolta di dati, informazioni, audio e immagini.

Si tratta di uno degli spyware più pericolosi sin qui identificati e sembrerebbe aver aggredito diversi smartphone anche in Europa, quasi certamente in Ungheria e Polonia anche se non mancano elementi che lascerebbero supporre che altrettanto sia accaduto anche in Francia, Germania e Spagna.


Giornalisti, attivisti della società civile, uomini politici, decisori pubblici, avrebbero costituito il target delle azioni di spionaggio e, questa è anche l’ipotesi che la commissione di inchiesta appena istituita dal Parlamento Europeo dovrà approfondire nel corso del prossimo anno, sembrerebbero essere state condotte direttamente da taluni governi europei.

La decisione del Parlamento Europeo di istituire una commissione per vederci più chiaro segue di qualche settimana l’allarme lanciato dal supervisor europeo per la privacy che aveva tra l’altro chiesto una moratoria internazionale sull’utilizzo di Pegasus e degli omologhi spyware in giro per il mondo. Questione di straordinario interesse per tutti e non da catalogare come vicenda da esperti di sicurezza e addetti ai lavori.
Tante le ragioni a fondamento di questa conclusione.


La prima è che i costi marginali e la semplicità di installazione anche da remoto di questo genere di soluzioni rendono – purtroppo – chiunque di noi, anche a prescindere dal ruolo e dalle attività che svolgiamo, possibile vittima di un’azione di monitoraggio a distanza attraverso Pegasus e i suoi emuli. Guai quindi proprio come nel caso della guerra che si sta combattendo in Ucraina a commettere l’errore di considerare la vicenda come lontana da casa nostra.

La seconda è che il ricorso a questo genere di software costituisce la migliore attuazione – anche se forse bisognerebbe dire la peggiore – del principio secondo il quale il fine giustifica i mezzi. Un principio che non ha o almeno non dovrebbe avere niente a che vedere ormai da decenni con le democrazie europee. In questo contesto scoprire che i sospetti rimbalzati in questi mesi sull’utilizzo di Pegasus anche da parte di governi di casa nostra sono fondati significherebbe dover prendere atto che anche nel vecchio Continente stiamo perdendo la strada dei diritti fondamentali e imboccando quella impervia e pericolosa secondo la quale ciò che è tecnologicamente possibile dovrebbe considerarsi anche giuridicamente legittimo e democraticamente sostenibile.

Ma la terza ragione, forse meno sofisticata delle precedenti, è quella più facile da cogliere. La nostra vita se vissuta con il sospetto che qualcuno ci osservi, ci ascolti, legga i nostri messaggi, registri quello che succede nelle nostre abitazioni, diventa insostenibile. Il semplice sospetto di essere spiati limita inesorabilmente le nostre libertà oltre la soglia dell’umanamente sostenibile.

Bene dunque la decisione del Parlamento Europeo di approfondire con una commissione di inchiesta ma bene anche la proposta del supervisor europeo per la protezione dei dati di adottare una moratoria globale o almeno europea sull’utilizzo di questo genere di tecnologie decisamente troppo invasive.
Buona giornata!

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